Sequestrata la sede romana della Luiss per abusi urbanistici, l’ateneo nega ogni responsabilità.
La sede dell’università privata Luiss a Roma è stata sequestrata dalla Procura. I magistrati avrebbero riscontrato una serie di violazioni urbanistiche. Per queste presunte irregolarità sono finite nel registro degli indagati due persone, titolari di altrettante società, ritenute responsabili degli abusi e i loro due legali. Il gip ha concesso alla Facoltà, che si dichiara estranea agli abusi, l’uso della struttura per sei mesi.
A sollecitare il sequestro sono stati i pubblici ministeri Sergio Colaiocco e Delia Cardia. Il gip Donatella Pavone, nell’accogliere la richiesta, ha disposto anche il sequestro di circa sei milioni di euro che corrispondono ai canoni di affitto pagati alla società Lamaro dalla Luiss. Gli abusi attribuiti ai proprietari dell’immobile, secondo la Procura, riguardano i lavori di ampliamento eseguiti dalla Lamaro (lucernai, ingrandimento dei piani ed altro) tra l’altro in assenza di una specifica autorizzazione prevista per l’area in cui si trova l’edificio, la Valle del Tevere, considerata di notevole interesse pubblico.
La concessione d’uso di sei mesi, eventualmente rinnovabile, è stata decisa per consentire la prosecuzione dell’attività didattica. Questo arco di tempo servirà anche per verificare se è possibile ripristinare lo stato dell’edificio secondo le norme vigenti o se la Luiss dovrà trovare una nuova sede.
“La Luiss è estranea ai fatti”
“Il provvedimento cautelare riguarda presunte irregolarita’ formali, ascritte alla proprietà, delle procedure autorizzatorie inerenti il complesso immobiliare”. E’ quanto precisa, in una nota, il direttore generale della Luiss Pierluigi Celli facendo riferimento al sequestro della sede di viale Romania disposto dal gip del tribunale di Roma. Celli spiega che “la Luiss quale conduttore dell’immobile risulta del tutto estranea ai fatti contestati e, nel garantire la continuità dell’attività didattica, si riserva ogni azione a tutela della propria attività ed immagine”.