giovedì 18 Luglio 2024

è negro, niente controlli!

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Dalla Francia arriva una forte protesta nei confronti dei carabinieri di Venezia. L’accusa: avere eseguito dei controlli di routine nei confronti di un ragazzo di colore. (figlio del direttore di “Le Monde”). Si accusano i carabinieri di razzismo. Non sorprende che queste accuse arrivino dalla Francia. Lì il razzismo è uno spauracchio molto in voga.

VENEZIA – Si trasforma in una vera e propria polemica politica che divide due ministri, garbata nei modi, ma aspra nei contenuti, la vicenda dei “controlli razzisti” all’aeroporto Marco Polo, denunciati con una lettera a “Repubblica” dal direttore di “Le Monde” Jean-Marie Colombani. Dopo il ministro degli interni Giuseppe Pisanu, che aveva chiesto scusa a Colombani ma respinto le accuse di razzismo, ieri ha preso carta e penna il ministro leghista della giustizia Roberto Castelli, per lamentarsi con il collega forzista (“Caro Beppe, francamente non mi sarei aspettato che un ministro raccogliesse questa provocazione”), e invitarlo a non giustificarsi “con costoro che ci odiano e ci ritengono dei minus habens”.

Toni duri, come quelli usati da un altro leghista, il senatore Piergiorgio Stiffoni, e dal governatore forzista del Veneto Giancarlo Galan, subito dopo che il direttore del quotidiano francese aveva denunciato che da ben cinque anni, ogni volta che arriva a Venezia per le vacanze con la sua famiglia, uno dei suoi cinque figli, che ha vent’anni ed è di origine indiana, viene sottoposto a umilianti “ispezioni e interrogazioni vessatorie” da parte della polizia di frontiera. Un comportamento di tale “insistenza e diffidenza verso le persone di colore”, che aveva indotto Colombani a lanciare un allarme per “questo lento scivolamento verso la xenofobia”. Il sindaco Paolo Costa, dispiaciuto, l’aveva rassicurato e invitato alla Regata Storica, ed esponenti dei Verdi come il prosindaco Gianfranco Bettin e il deputato Luana Zanella, avevano chiesto “chiarimenti” al governo.







Gli uomini della Guardia di Finanza, nei cui controlli è incappato il figlio di Colombani, replicano che “non è stata certo una questione di razzismo”, perché “controlli ne facciamo a tutti e tutti i giorni”. Ma il generale della Gdf Michele Adinolfi ha comunque promesso che farà chiarezza sull’accaduto “per capire cosa è veramente successo”. Anche perché all’interno della maggioranza si alza una voce dissonante, quella dell’assessore regionale alla sicurezza Raffaele Zanon di An, che respinge come “del tutto infondate” le accusa di Colombani (“Il razzismo non ha diritto di cittadinanza nel Veneto”) ma bacchetta gli uomini in divisa: “Se ci fosse un controllo di qualità sui servizi ai passeggeri, la Dogana non brillerebbe per risultati”.

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