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Eccellente tra gli squadristi

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Settant’anni fa nei cieli di Tobruk moriva Italo Balbo


Il 28 giugno 1940, diciannovesimo giorno di guerra, abbattuto per errore dalla nostra contraerea, sui cieli di Tobruk moriva quarantaquattrenne Italo Balbo
A quindici anni, fuggendo di casa, aveva cercato di partecipare alla spedizione per liberare l’Albania dal controllo turco. Interventista, fu volontario nella Grande Guerra, prima tra gli alpini, poi nella pionieristica aviazione con la quale liberò Feltre.
Tre volte decorato e promosso fino al grado di capitano, dopo la guerra, Balbo fu uno dei più temuti, seri, decisi, squadristi. A lui è dedicata la “ballata dello stoccafisso” degli Zetazeroalfa, in ricordo della sostituzione dei manganelli, vietati dal Prefetto di Ferrara, con beffardi ed efficaci pesci essiccati.
Nel biennio di guerra civile 1919-1921, Balbo e i suoi si misero in luce nella conquista sistematica e trionfale di spazi militari e di consenso sociale nelle operazioni contro le bande socialcomuniste e clericali, alleate tra di loro per tutto il periodo. Prima di partecipare da Quadrumviro alla testa della Marcia su Roma, Balbo, sempre nel 1922, aveva dato vita alla Marcia su Ferrara con la quale aveva costretto i proprietari terrieri e le cooperative a riassumere contadini e mezzadri che l’alleanza bianco-rossa degli sturziani e dei socialisti aveva gettato per strada.
Eroe dei cieli, due volte trasvolatore dell’Oceano, Balbo, Maresciallo d’Italia, divenne poi il Governatore della Libia.
Sulla morte di Balbo causata da “fuoco amico” è fiorita una letteratura dietrologica, alimentata da ambienti savoiardi, che si è spinta a ipotizzare l’eliminazione del Maresciallo dell’Aria da parte dello stesso Mussolini.  Gossip da rotocalco che fanno a pugni con tutto l’operato del Duce al quale non è mai stato possibile imputare non solo l’eliminazione di chicchessia ma neppure qualsivoglia ritorsione personale.  In particolare per Balbo Mussolini nutriva poi un’ammirazione sconfinata. A causa del cordoglio espresso dalla Raf per la  perdita del grande trasvolatore, cordoglio assolutamente comprensibile e in ordine con lo stile cavallersco degli aviatori fin dai tempi della Grande Guerra, e che sarebbe sparito solo dopo il 1941, la propaganda antifascista si è spinta oltre. Senza alcun elemento a sostegno, ha farneticato di un’anglofilia di Balbo che sarebbe stato dunque inviso all’Asse.
Nulla di fondato ovviamente, anzi qualcosa di assolutamente contraddittorio con la lealtà, la franchezza e il coraggio dell’eroe.
D’altronde la medesima operazione di disinformazione sarebbe stata fatta in seguito – ed è tuttora in atto – sullo stesso Mussolini. Persino il Duce è stato infatti contrabbandato per anglofilo e si  è sparsa la voce, “attendibile” in quanto reiterata, come vuole la tecnica della calunnia, del suo desiderio di una pace separata con Londra nell’estate del 1943.
In realtà, leggendo i documenti storici e i diari dei protagonisti dell’epoca, non si ha difficoltà a comprovare che le cose furono diametralmente opposte, Mussolini voleva sì una pace separata, ma con Mosca, per poter combattere meglio i britannici nel Mediterraneo.
Le panzane della “storiografia” anglofila e antifascista, bisbigliata ad alta voce, fanno breccia anche e soprattutto in quegli ambienti di destra estrema che sono afflitti da complesso e che cercano considerazione ed entrature nell’universo delle logge. Fanno breccia negli occidentalisti, nei parvenus, nei borghesucci in cerca di nobilitazione.
In fondo si tratta di moscerini. E Zarathustra non sarà mai uno scacciamosche. Dunque non ha importanza soffermarvici eccessivamente.
E’ già troppo che, per ricordare un eroe, si debba puntualizzare affinché la bava con cui è stato avvolto il suo ricordo, nell’intento di recuperarlo alla vile mediocrità dei più, non lo offuschi.
Onore a Balbo, eroe dell’aria, eroe di guerra, Quadrumviro della Marcia, eccellente tra gli squadristi!
 

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