sabato 20 Luglio 2024

Economia di guerra

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L’attacco russoamericano all’Europa farà presto male, specie in Italia

Come procede la disfatta europea, e particolarmente italiana, nella guerra russoamericana all’Europa? Esattamente come previsto, Watson!
Nel momento in cui Putin invadeva l’Ucraìna dicemmo cose molto chiare che sono state confermate una ad una dai fatti: è di oggi la conferma che avevamo visto giusto riguardo al ruolo londinese nel sventare il golpe a Kiev del quale Biden era invece complice. La definimmo subito una guerra all’Europa mossa da un fante russo agli ordini di un generale americano e di un consigliere britannico.

La Russia tra inaccettabili pretesti e piccola bramosia
L’invasione non aveva alcun senso, nemmeno attenendosi ai pretesti sbandierati dal Cremlino, falsi almeno per l’85% e falsati per il resto. Perché invadere l’Ucraìna quando Macron prospettava la morte cerebrale della Nato e l’intesa strategica con la Russia (che la Francia aveva aiutato militarmente in Donbass finché Mosca non la tradì nel Mali), quando in Germania si era insediato il governo più filorusso della storia e la coppia regina della Ue offriva il riconoscimento della Crimea russa e la binazionalità nelle repubbliche sovietiche imposte a cuneo dall’imperialismo russo, significava una scelta di campo precisa: una nuova Jalta.
Né si poteva invocare la “difesa dalla pulizia etnica in Donbass” di cui vaneggia il Cremlino, non solo invertendo le cause e gli effetti della guerra regionale, ma mettendo a computo di tale “genocidio” le migliaia di morti assassinati dagli insorti. Negli ultimi tre anni i caduti civili – di ambo le parti – erano stati stettantasette, altro che situazione insostenibile!
L’Ucraìna non poteva entrare nella Nato se non altro per il veto di Parigi e Berlino; i “laboratori biologici” si sono dimostrati puntualmente una puttanata. A Putin e alla sua cricca è rimasta solo la denazificazione, con qualche battuta anti gay pride per equilibrare a destra, tra i numerosi microcefali.

Una strategia grossolana e periferica
A cosa puntava l’invasione russa, favorita, invocata e coperta dagli americani che, dietro una coltre di insulti e grida, hanno fornito a Kiev aiuti militari al di sotto dell’indispensabile, giusto per far durare la guerra e hanno perfino impedito ai polacchi di cedere aeri di combattimento agli ucraìni, ai quali sono stati anche negati i missili a lunga gittata inizialmente promessi?
Da parte russa, come dicono molti analisti vicini al Cremlino, oggi sanamente critici, si punta(va) a provare affannosamante d’impedire la retrocessione di Mosca dal novero delle potenze principali, che non sono solo militari, visto che Usa, Cina e Ue le stavano dando una pista e che Turchia e Inghilterra avevano acquisito un peso specifico perfino maggiore del Cremlino. Una “piccola Jalta” come cane da guardia dell’Ordine Mondiale contro la crescita europea. Il che – secondo i geni di Mosca – dovrebbe comportare anche il mettere Pechino spalle al muro di una diarchia ad est assolutamente improponibile, una volta rinunciato alla sponda nell’IndoPacifico con la Ue contro il Quad americano. In poche parole la strategia grossolana dei russi si limita(va) a mirare al sottosuolo del Donbass, al rafforzamento nel Mar Nero e a impedire alla Ue di realizzare quella triangolazione strategica che infastidisce gli Usa ma retrocede la Russia al ruolo che le spetta per competenze e capacità.

Le sanzioni complementari all’invasione
Come dicemmo subito, quella guerra puntava a spezzare la crescita economica europea, a frenarne l’autonomia strategica (il che paradossalmente non è ancora riuscito) e a spaccarla in due, affidando agli angloamericani la leadership di tutti i popoli minacciati dai russi.
La strategia sta riuscendo, perché in effetti l’Europa è oggi spaccata in due e perché la combinazione tra guerra, con aumento dei costi energetici guidato da Putin, e sanzioni decise dagli americani, ci sta mettendo in ginocchio.
Scrissi immediatamente che la soluzione non poteva essere di certo abbandonare l’Ucraìna e i popoli dell’est, un’ipotesi che non si poteva concepire moralmente ma neppure politicamente, pena l’implosione. Ma adeguarci alle sanzioni e ad aiuti militari insufficienti sarebbe stata una vera e propria sconfitta, economica, politica e morale.
Si doveva entrare subito in Ucraìna, senza passare per la Nato, mandando reparti italiani, francesi, spagnoli, polacchi, finlandesi, svedesi, baltici, al fine di obbligare Mosca alla trattativa e non partecipare a sanzioni non decise da noi e strategicamente volte a improngionarci.

La Russia pagherà?
Non è affar mio se le sanzioni fanno o se faranno male anche alla Russia.
Un colosso geografico ed energetico, del tutto incapace di vivere se non vendendo le sue ricchezze naturali, con un pil inferiore alla Spagna e dove masse intere campano senza acqua corrente e si riscaldano a legna laddove si estraggono il gas e il petrolio ha poco da perdere visto le vite grame. Le oligarchie invece vivono benissimo, e d’altronde investono tutto in Occidente, dove fanno studiare i figli e vivere le amanti. E sono globalizzate: Gazprom è socia del gas algerino che dovremmo importare “in alternativa”, Putin è socio del Tap…
Difficile che un simile nano sociale peggiori le proprie condizioni, anche se la maggioranza degli analisti economici russi – e di governo! – sono assai preoccupati.
Poco importa. L’avvitamento sociopolitico russo è evidente, su quella china non c’è modo perché Mosca rimanga un player mondiale nei prossimi dieci o quindici anni al massimo, nemmeno fare i bulli con la bomba atomica puntata sui depositi di ricchezza dei mafiosi oligarchi russi servirà.
Possiamo sperare che la cricca al governo sia spazzata via e ritornino al comando gli stessi che fino a dieci anni fa avevano lavorato per l’intesa Gran Continentale con noi ed oggi sono all’opposizione, sempre che sarà possibile ricucire almeno in parte la lacerazione con i popoli dell’est, giustamente avvelenati nei confronti dei russi.
Le incognite di questa guerra più che la Russia (protagonista manovrata e senza prospettive serie) riguardano i tre playes economici, politici e diplomatici maggiori: Usa, Cina e Ue.
Il punto è che queste sanzioni fanno male a noi che non abbiamo posto sul tavolo nessun’alternativa per mancanza di attributi.

L’Italia al capolinea
Sembra che uno dei Paesi più colpiti dal disastro economico sarà l’Italia.
Questa è una soddisfazione, perché noi, ottosettembrini seriali, ci siamo contraddistinti fin dal primo minuto nel predicare la resa degli ucraìni al fine di difendere il nostro egoismo; perché obbedienti a Stay Behind che al fine di dividere l’Europa ad est getta benzina e ad ovest utilizza l’estintore, abbiamo dato retta ai lottacontinuisti alla Capuozzo e ai gladiatori alla Inzerilli, disfattisti e alleati oggettivi del Cremlino. Forse soli in assoluto, abbiamo fatto parlare alla nostra televisione i Lavrov, i Solovyev e perfino un grottesco Dugin che in Russia conta meno di un Marco Rizzo in Italia.
Da Corte Marziale, almeno formalmente parlando!
L’unica gioia della guerra russoamericana all’Europa sarà che gli italiani pagheranno caro, come se lo sono meritato: sono in debito dal 1943 e non solo non l’hanno mai saldato, ma si sono confermati anche in questo frangente i vigliacchi di allora.
Magari, sputando sangue e lacrime, si selezioneranno e qualcuno decente emergerà, ma non provo alcuna pietà o comprensione verso chi oggi è insensibile alla nobile tragedia del popolo ucraìno e si limita a fare battute sui condizionatori d’aria e sulla sudditanza di un governo che è non meno suddito di chi lo accusa, specie se chi lo fa è in qualsiasi modo compiacente con l’invasione russa, con l’attacco all’Europa che è la causa di tutto quel che ne consegue come effetti economici. Solo chi è in palese mala fede o chi non ha capacità di mettere assieme i dati più elementari può parlare di “guerra americana” dimenticando che la stanno combattendo i russi, evidentemente per procura.
Sappiate comunque  che quello che state paventando non sarà che un inizio. La Russia, affamando l’Africa in concerto con gli Usa e detenendo, per gentile concessione americana, il Mali e la Libia, per quelle vie potrà in futuro subissarci di immigrati africani, quanti non riusciremo neppure a immaginare, altro che quello a cui siamo abituati!
Nella guerra russoamericana all’Europa ci sta tutto.
E nessuno fiati! Specie i filo-russi di oggi che sono oggettivamente i tifosi di tutto quello che sta accadendo.

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