Eja

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Saper perdere con onore: l’esempio sardo

Il giorno prima, l’otto, la nostra flotta aveva avuto l’ordine di salpare compatta ma poi nessun comando le diede alcuna istruzione, Mentre vagava alla cieca fu bombardata quattro volte con gravi perdite, tre dagli aerei angloamericani, una dai tedeschi, gli uni e gli altri temevano infatti che puntasse contro di loro.
Nello sbando, a Roma, a Porta San Paolo, ci fu addirittura uno scontro con i tedeschi passato poi a rappresentare la mitologia resistenziale; ma chi lo condusse, si dimenticano sempre di dirci, aderì pochi giorni dopo  alla Repubblica Sociale.
Più di un milite o di un funzionario italiano si mise invece subito a disposizione degli alleati, quelli autentici, quelli con cui avevamo un Patto: i tedeschi. Un decimo della Hermann Goering che difese Cassino fu così composto da giovanissimi volontari italiani arruolatisi tra l’otto e l’undici settembre.  Ci fu persino chi, per ragioni geografiche, si unì  ai giapponesi. Il giorno 12 Mussolini venne liberato dalla prigionia sul Gran Sasso, il 14 riprendemmo le armi; in breve ci furono circa ottocentomila volontari per l’onore. Notevole!

Tra gli episodi dell’immediato riscatto italico va ricordato il seguente atto il cui racconto è preso dal libro “La Sardegna portaerei a stelle e strisce”  di M Coni e F Serra AM&D Edizioni (chiaramente interessano i fatti, non la prosa badogliana).

09/09/1943…Era pervenuta intanto al comando del Generale Basso a Bortigali la preoccupante notizia che due compagnie di paracadutisti della Nembo (12 Battaglione), ribellatesi agli ordini superiori si erano unite ai reparti tedeschi in transito per il nord, con l’intento di lasciare anch’essi la Sardegna e “saltare” sul continente. La vicenda, di per sé gravissima, si tinse di tragedia quando il tenente colonnello Alberto Bechi di Luserna, capo di stato maggiore della Div Nembo, venne ucciso con un colpo di pistola al ventre da un ufficiale subalterno, certo capitano Alvino, lungo la strada presso Macomer al culmine di un concitato colloquio. Forte del proprio ascendente presso i “suoi” paracadutisti, era accorso per raggiungere i sediziosi, sordo ai richiami alla prudenza, nel tentativo di riportare alla ragione i commilitoni sbandati e farli desistere dai loro propositi contrari agli ordini superiori”.
Di fatto il generale Basso dovette, suo malgrado, rinunciare all’impiego della Nembo, unica solida unità completamente motorizzata, adeguatamente armata ed equipaggiata, che ben avrebbe potuto seguire ed eventualmente contrastare i movimenti delle truppe tedesche”…
 

Da notare:

Il Cap Alvino combatte ad Anzio e nella difesa di Roma; viene arrestato e condannato a 22 anni nel 1947 per l’esecuzione del traditore…   Rinchiuso nel carcere di Napoli, tenta un’evasione rocambolesca che fallisce perché si rompe una caviglia.
A Bechi Luserna viene conferita la medaglia d’oro al VM postuma….
La stessa che viene data al Maggiore Rizzati, comandante il dodicesimo Nembo in Sardegna e caduto in combattimento contro gli anglo americani dopo sbarco di  Anzio, mentre con 400 uomini contrasta l’avanzata di un’intera brigata inglese guidando un assalto con bombe a mano contro i blindati nemici…
La stessa!…
 

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