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Energia regolata

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La Ue prova a classificare il mining di criptovalure

L’Unione Europea sta lavorando a una classificazione di efficienza energetica per il mining di criptovalute, nel tentativo di frenare i crescenti consumi di elettricità del settore. La Commissione europea lavorerà con partner internazionali per elaborare una misura di classificazione che incoraggerà sistemi più rispettosi dell’ambiente. L’Ue inviterà inoltre i paesi a prendere di mira il consumo di energia dei miner quest’inverno, nel tentativo di affrontare la stagione con meno gas russo.
“Proprio come il loro utilizzo (delle criptovalute, ndr) è cresciuto in modo significativo, così è cresciuto anche il consumo di energia”, ha affermato il braccio esecutivo dell’Ue nella bozza del piano d’azione. “Per sfruttare l’uso di criptovalute e altre tecnologie blockchain nei mercati energetici e nel trading, è necessario prestare attenzione a utilizzare solo le versioni più efficienti dal punto di vista energetico della tecnologia”.
Sebbene l’Ue rappresenti solo il 10% circa del mining di criptovalute proof-of-work, un’azione di tutti i suoi paesi avrebbe un grande impatto sul settore, anche a livello globale.
In confronto, il meccanismo proof-of-stake, che ora è utilizzato da Ethereum, può utilizzare oltre il 90% in meno di energia rispetto al proof-of-work. L’idea è che un sistema di etichettatura potrebbe incoraggiare altre criptovalute a effettuare il passaggio.
Il blocco produrrà anche un rapporto che valuterà l’impatto climatico del settore entro il 2025, esortando gli Stati membri a porre fine alle agevolazioni fiscali per i cripto-miner, secondo il documento. In caso di carenza di elettricità, i paesi devono anche essere pronti a interrompere le attività di mining.

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