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Essere attivi

Ognuno di noi deve diventare intraprendente

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L’agire, nel complesso mondo di oggi, o è articolato e complessivo, o è un semplice agitarsi.
Anche quando porta a qualcosa, non si tratta che di opportunismo, cosa ben diversa dal pragmatismo che è l’arte di far avanzare le idee su tutti i piani, al servizio di esse e non servendosene come trade in trend per la scalata del proprio ego e portafoglio.
Pragmaticamente, l’ego deve essere messo al servizio di quanto può modificare, anche impercettibilmente, il corso delle cose. A questo ho dedicato la mia pubblicazione più recente, che si può ordinare su:
https://gabrieleadinolfi.eu/acquista-online/447-sfida-al-futuro-i-lanzichenecchi-d-europa.html

Sostengo che i movimenti, i gruppi politici, le comunità, hanno al tempo stesso un importante valore conservativo e quello di concentrare una massa critica da cui pescare per operare in diverse trasversalità, su diversi piani; purché si abbandonino l’egoismo e l’ambizione di dominare le persone con cui s’interagisce e d’irregimentare le cose che si realizzano e si approdi alla saggezza felice dell’essere totalmente disinteressati.
In quanto ai partiti politici di massa, non ha senso porsi nei loro confronti tramite paletti ideologici o pretendere di essere rappresentati da essi, in una forma di fideismo zelota.

I partiti possono contribuire moltissimo a far muovere le cose, ma molto dipende da chi – da dentro ma soprattutto da fuori – apporta nuovi impulsi. In ogni caso, nessun partito potrà assumere il potere oggi, perché esso è molto più articolato di un tempo, ed è un tessuto di lobbying e deep power che non dipendono dalle istituzioni. Soltanto agendo in priorità nella creazione di poteri nuovi si potranno davvero modificare le cose, e questo a prescindere da eventuali partiti al governo.

Questo significa che si devono abbandonare le aspettative che non dipendono da noi, dal nostro impegno concreto. Non ci si può affidare ad altri perché facciano il lavoro per noi. Quindi non c’è leader o partito che sia sufficiente, non c’è comunità o gruppo che sia sufficiente, e soprattutto non c’è espressione politica dura e pura che abbia senso.
Conta la nostra disponibilità ad agire, costruendo, creando, comunicando.
Una rivoluzione che parte dalle piccole cose, proprio dalla comunicazione sulla quale si deve apprendere ad agire come ripetitori, come propagatori e non come il terminale d’informazioni da giudicare altezzosi dal divano.
Piccole modifiche in positivo hanno effetti notevoli.
Buon anno e che ci veda umili e attivi!

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