I partiti riceveranno 250 milioni di euro per la campagna elettorale per le Europee.
Alle elezioni del 1999 fu applicata una legge sui rimborsi elettorali appena approvata che elargiva oltre 160 miliardi ai partiti: la somma si otteneva moltiplicando 3.400 lire per il numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali. Nel 2002 i rimborsi si sono quasi triplicati, e le 3.400 lire sono diventate 5 Euro. Il tutto grazie a una delle rarissime leggi approvate in un clima bipartisan. Inoltre gli iscritti alle liste elettorali, a causa dell’invecchiamento della popolazione, sono aumentati raggiungendo i 50.007.650. Cosi’ nelle casse dei partiti arriveranno ora per l’esattezza 250.038.250 di Euro.
A questo punto un buon ”score” significa per i partiti anche una boccata d’ossigeno o, in caso contrario, una mazzata alle esangui casse. Per intenderci un punto in percentuale vale 2,5 milioni di Euro (5 miliardi di lire).
Ma non e’ tutto oro quello che luccica, perche’ per vincere bisogna spendere. Forza Italia, (indipendentemente dalle risorse messe in campo dal candidato Berlusconi) nel 1999 spese 21 miliardi e 379 milioni di lire; la Lista Pannella di miliardi ne spese 16,2, i Ds 3,8, An e Patto Segni (allora alleati) 5,7, i Democratici 5,2, la Lega Nord 1,5, il Ppi 1,9, il Ccd 1,7, Rinnovamento Italiano 2,5, l’Udeur 1,6. Alla fine pero’ i rimborsi elettorali, tranne Pannella e Ri, superarono le spese.
Per il 2004 i budget iniziali delle forze politiche viaggiano tutti a sei zeri. Forza Italia ha stanziato circa 25 milioni di Euro per la campagna, fatta non solo dai manifesti con Berlusconi che riempiono le citta’. Il partito ha per esempio pubblicato un libricino di 50 pagine destinato ai 250.000 iscritti in cui sono riportate le realizzazioni del governo e vengono confutate le ”menzogne” dell’opposizione. Con questo strumento i 250.000 ”missionari” dovranno convincere amici e parenti a votare per Forza Italia.
La Lista Prodi ha stanziato una cifra iniziale di 6 milioni di Euro per tutte iniziative, (manifesti, spot, incontri dei leader sul territorio), che pero’ lievitera’ fino a 8 milioni nell’ultima fase della campagna elettorale. I Verdi e L’Udeur di Mastella prevedono una spesa di 1 milione di euro.
Al Comitato elettorale della Lista Prodi spiegano che a onor del vero nel loro budget non sono comprese spese sostenute dalle strutture periferiche che a loro volta si autofinanziano grazie a donazioni. In effetti anche nel 1999 le sedi periferiche dei partiti del centrosinistra raccolsero discrete somme: per esempio i Ds di Bari raccolsero 35 milioni, quelli della Basilicata 61, quelli di Ferrara 100, quelli di Lecce 45, i Ds di Novara 50, i Ds della Puglia 30; altri 15 furono raccolti dalle sezioni di Arezzo, 64 a Bolzano, 49 a Ferrara, 50 a Milano, 12 a Pisa e 53 nel Trentino. Analoga l’efficienza delle sezioni del Ppi: 96 milioni ad Alessandria, 150 a Bari, 40 nel Friuli, 43 a Milano, 150 a Trento, 15 a Padova.
Chi ha solo spese e’ invece il singolo parlamentare che si trova a correre una competizione difficilissima, perche’ deve ottenere preferenze in una Circoscrizione che comprende 4-5 regioni. Le Europee possono costare anche 1 miliardo delle vecchie lire, come mostrano i resoconti del 1999. Ma nessun candidato ha svelato il suo budget.