Uno strappo senza precedenti, nell’aria da mesi ma scongiurato fino all’ultimo momento: Fiat esce da Confindustria dal primo gennaio del 2012. Uno strappo che pesa.
“Gli aspetti più importanti di questa decisione sono sostanzialmente due – osserva Mario Mazzoleni, già presidente degli industriali orobici e già membro della giunta di Confindustria – il primo è che l’uscita di Fiat, la prima azienda privata italiana, da Confindustria indebolisce Confindustria stessa. Il secondo fatto rilevante è che questa scelta segna la sostanziale perdita di interesse da parte di Fiat per il nostro Paese. Non saprei spiegarmi altrimenti come un’impresa possa uscire da un’associazione che tutela i suoi interessi”.
Industriale ed attento osservatore dell’economia italiana, Mario Mazzoleni scruta attentamente i risvolti della scelta di Fiat. “Una scelta che si allinea alle logiche un po’ ciniche delle multinazionali, ovvero si va dove si ha maggior interesse – afferma Mazzoleni – a questo si aggiunge un chiaro disimpegno dal nostro Paese su tutti i fronti”. Il tono dell’ex presidente di Confindustria Bergamo non nasconde una certa amarezza.
“Bisogna partire da una considerazione che un’impresa è anche la sua storia e se guardo la storia della Fiat la trovo intrecciata a doppio filo con quella di Confindustria e dell’Italia – puntualizza Mazzoleni –. Marchionne, sembra un uomo catapultato dalla Luna, con questa decisione dimostra di ignorare, ancora prima ancora di disconoscere, la storia della Fiat”.
La scelta dell’amministratore delegato dell’azienda di Torino non convince per nulla Mazzoleni che confida una riflessione ad alta voce: “Mi chiedo come mai Marchionne si mette a criticare sostanzialmente la linea sindacale di Confindustria nel momento in cui la presidenza Marcegaglia ottiene i risultati più significativi degli ultimi anni. E per ultimi anni intendo risalire agli accordi del 1993. In tempi relativamente recenti, dal 2004 al 2008, Luca Cordero di Montezemolo è stato presidente di Confindustria e contemporaneamente di Fiat, eppure Marchionne non ha mai avuto nulla da obiettare su questo periodo che è stato il più immobile per quanto riguarda le relazioni sindacali di Confindustria”. Mazzoleni non vuole però essere negativo, ammette che “probabilmente sono cambiate le prospettive di Fiat, ma Fiat che è l’acronimo di Fabbrica Italiana Auto Torino, non può cancellare con un colpo simile la sua storia”.