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Finalmente arriva la ripresa

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per il culo! 

Se veramente Matteo Renzi si pone un obiettivo di legislatura per il suo governo sappia che dietro l’angolo lo aspetta un ostacolo in più. Un buco nel gettito di 13,7 miliardi tra il 2017 e il 2020. A dirlo è la Corte dei conti nel documento “Le prospettive della finanza pubblica dopo la Legge di stabilità”, elaborato insieme al Cer, Prometeia e Ref. Ma anche le imprese hanno poco da sorridere visto che il credit crunch proseguirà nel 2014 e metterà a rischio la ripresa. Un’inversione di tendenza è attesa a partire dal 2015.

Il rubinetto dei prestiti alle aziende resta chiuso
Secondo i magistrati contabili il credit crunch dovrebbe proseguire anche quest’anno mettendo a rischio una ripresa che in Italia è «assai meno pronunciata che negli altri paesi». Per la Corte dei conti, infatti, tra le maggiori incognite che offuscano il quadro economico «non sembra esservi tanto il rischio di un aumento dei tassi, quanto la mancata trasmissione al settore reale delle condizioni di abbondante liquidità che si riscontrano sul mercato finanziario». Gli impieghi bancari «continuano a diminuire» ed è «difficile
che le molte ragioni sottostanti all’inaridimento dei flussi creditizi (necessità di ricapitalizzazione degli istituti bancari, elevata incidenza delle sofferenze, stringenza dei
vincoli prudenziali imposti da Basilea 3) possano venire meno nel volgere di pochi mesi.Proprio per questo «è più probabile che la restrizione creditizia continui, in media, anche nel 2014, per poi esaurirsi gradualmente a partire dal 2015».

Il giudizio della Corte dei conti sugli effetti della legge di stabilità

L’inaspettato buco nel gettito
A proposito degli effetti della legge di stabilità il documento individua un possibile buco nel gettito. Se il periodo 2014-2016 dovrebbe prevedere un aumento delle entrate nette di 4,2 miliardi, la tendenza è destinata invertirsi dall’anno dopo. Tra il 2017 e il 2020 – è l’allarme della Corte dei conti – potrebbe esserci un «vuoto di gettito» di 13,7 miliardi. Le preoccupazioni della magistratura contabile su queste «coperture fragili» sono contenute in un nuovo documento, già inviato ieri ai presidenti delle Camere, e che viene allegato alla relazione quadrimestrale di cassa. E che serve – spiega il nuovo presidente Raffaele Squitieri durante un briefing -«a fornire una visione generale dei conti pubblici a Parlamento e Governo anche in questa fase particolare della formazione del nuovo esecutivo».

Le prospettive per l’economia

Secondo Squitieri «ci sono segnali, direi modesti, di ripresa e noi monitoriamo la situazione. La Corte sarà vigile». La situazione post-stabilità descritta dalla Corte appare delicata: il 2014 resta comunque un anno di «tregua fiscale» – come già detto nelle audizioni parlamentari – ma c’è appunto il rischio delle entrate future. La Corte dei Conti prende in esame anche l’accelerazione dei pagamenti della Pa che però non sembrano aver dato un particolare impulso all’economia né sembra ci siano molti spazi di manovra per la crescita grazie all’azione di revisione della spesa portata avanti dal commissario Carlo Cottarelli. Qualche spiraglio in più è atteso invece dal possibile risparmio sugli interessi che la rinnovata credibilità del Paese potrebbe offrire. Ma c’è da tener conto della necessità di tenere i saldi invariati: quindi il 2014, considerato dai magistrati contabili come un anno di “tregua”, dovrebbe essere anche l’occasione di incidere in modo forte sulle riforme, alcune già attive, per aumentare la crescita del Pil. Una crescita che allo stato appare un po’ sovrastimata dal Governo (con un incremento dei consumi che si fermerebbe allo 0,7%) e che oltretutto dovrà fare i conti con le misure “restrittive” che il Governo Letta, sempre con la Legge di Stabilità, ha previsto dal prossimo anno. 

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