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Finzione o realtà?

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Controllo delle menti ed abusi di potere; elezioni truccate e candidati alla presidenza privi di scrupoli. Ma cosa avete capito? Pensate che si stia parlando della realtà politica statunitense? Complottisti! È solo la trama di un film…

DURANTE la campagna elettorale per le elezioni presidenziali in Usa, un soldato lotta contro il tempo per smascherare una cospirazione che mira a distruggere la democrazia. Una sporca storia sul controllo delle menti e sull’abuso di potere, frastagliato di morti sospette, con il coinvolgimento di vertici militari e multinazionali.

Non è l’argomento di un nuovo documentario di Michael Moore, ma la trama in sintesi di The Manchurian Candidate, il nuovo film di Jonathan Demme nelle sale da venerdì (distribuito da Uip) con Denzel Washington nel ruolo del maggiore Bennett Marco, un reduce di guerra impegnato a svelare l’intrigo, Liev Schreiber in quelli di Raymond Shaw, candidato alla vice presidenza sotto l’ala protettrice della madre Ellie, interpretata da una feroce Meryl Streep.

La proiezione del film all’ultimo Festival di Venezia ha provocato interesse e consensi per il ruolo interpretato dall’attrice: Ellie Shaw è una donna forte e aggressiva, ricca vedova di un senatore che intesse affari sporchi per favorire la carriera politica del figlio, con cui intrattiene rapporti che sfiorano l’incesto.

Il film racconta infatti di complicatissimi e oscuri giochi di potere orchestrati dalla Manchurian Global, una corporation che mira ad assumere il controllo della presidenza degli Stati Uniti. The Manchurian Candidate è ispirato all’omonimo romanzo di Richard Condon del ’59 (la cui pubblicazione è stata annunciata da Fanucci). Accolto da successo e polemiche, il libro di Condon (autore anche di L’onore dei Prizzi) è una satira della politica americana nell’era del maccartismo, per molti una prefigurazione dell’omicidio di JFK.


L’intricata vicenda di fantapolitica era già stata portata sul grande schermo da John Frankenheimer nel ’62 in Va’ e uccidi, con Frank Sinatra nei panni del soldato reduce dalla guerra di Crimea e Angela Landsbury in quelli della madre dell’eroe di guerra, candidato alle elezioni. Non a caso tra i produttori del remake di Demme figura la figlia di Frank Sinatra, che deteneva i diritti del film originale.

La nuova versione cinematografica, che Demme definisce un thriller psicologico, è stata aggiornata alla situazione della guerra del Golfo, e quello che era il lavaggio del cervello effettuato dai comunisti coreani, diventa manipolazione dei ricordi e controllo delle menti effettuati con avanzate tecnologie. Denzel Washington (già diretto da Demme in Philadelphia) interpreta il maggiore Marco che, reduce dal conflitto in Kuwait nel ’91, è tormentato da incubi che non coincidono con i ricordi di quella che ritiene essere la verità.

Quando un altro soldato gli riferisce di soffrire simili incubi, Marco decide di verificare i suoi sospetti. La sua ipotesi è che l’intero plotone sia stato ipnotizzato per convincere i soldati dell’eroismo del sergente Raymond Shaw, attuale candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti. A bloccare ogni tentativo è la madre di Shaw, una senatrice disposta a tutto per sostenere l’ascesa del figlio alla Casa Bianca.


(10 novembre 2004)

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