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Folle con tricolori

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Niente panem ma tanti circenses per i tre Mario e per Napolitano

Milioni di italiani attaccati agli schermi, centinaia di migliaia riversatisi nelle piazze per ogni successo della squadra che porta sul petto il tricolore.
Nulla da ridire per questo trasporto che non può ragionevolmente essere contenuto, se non da esigue minoranze, per la consapevolezza che di questa squadra con oltre un sesto di neturalizzati si sta facendo oggi – e volutamente – uno strumento subdolo e surrettizio di globalizzazione. A quello solo in pochi potevano e possono reagire, quantomeno dominando i sentimenti.
Nulla da ridire neppure sull’abbandono collettivo ai circenses:
Non ci appartiene questo disprezzo intellettualistico delle masse.

Ma c’è da chiedersi qualcos’altro. Visto che il panem ci viene tolto  giorno dopo giorno, gli italiani, tanto capaci di scendere in strada per i successi di quella squadra che dovrebbe rappresentarli, che cavolo fanno però contro la piaga degli esodati, i tagli alle pensioni,  allo stato sociale, l’Imu, il furto dei loro risparmi, la svendita a tradimento dei beni nazionali e la liquidazione italiana su tutti i fronti?
Nulla fanno.
Però si lasciano andare al trasporto per una squadra sul cui sfondo si staglia sempre di più il regista di tutto quanto oggi capita: il Presidente Napolitano.
E, amando come in Orwell il Grande Fratello, si fanno coinvolgere nell’esaltazione dei Tre Mario.
Al secolo: Balotelli, Draghi e Monti, che, significativamente, a Kiev non ha cantato l’inno nazionale..
E piegano così la schiena.
Voi fate un po’ come vi pare, per fortuna io ho sempre parteggiato per Silla. 

P.S. Stavolta Monti c’era e la squadra col tricolore ha perso quattro a zero: la sconfitta più umiliante che la storia dei campionati europei abbia registarto in una finale. Non serve un aruspice per interpretare quanto bene porti il premier a qualsiasi causa nazionale.

 

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