Il ministro leghista Maroni rivendica l’opportunità di differenziare tra le famiglie e le associazioni dei singoli individui
“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia, intesa come società naturale fondata sul matrimonio”. Lo ha ricordato il ministro del Welfare Roberto Maroni, intervenendo al convegno su Famiglia e lavoro presso il Summit Hotel di Roma. Il Ministro ha sostenuto con forza che “solo la famiglia, intesa secondo la definizione che ne da’ la Costituzione, deve essere beneficiaria delle politiche familiari. Ciò non significa – ha aggiunto – che le altre situazioni non debbano essere aiutate, ma piuttosto che gli interventi devono essere differenziati, per quanto differenti sono le forme di organizzazione della società”.
Secondo Maroni, oggi “si tende a considerare la famiglia come una somma di singoli, includendo in questa definizione forme diverse di organizzazione sociale, come le coppie conviventi o i singles”. Occorre dunque fare chiarezza, ha continuato il Ministro, nell’affrontare il tema della famiglia.
Così, nel “discutere delle misure da mettere in atto per favorirla, occorre partire da una domanda di fondo: cosa si intende per famiglia. Una questione culturale, che – ha sottolineato – non possiamo dare per scontata e dalla quale non possiamo prescindere”.
“Nel semestre di presidenza dell’Unione Europea – ha concluso – noi abbiamo proposto questa concezione di famiglia, che ha incontrato numerose reticenze. In molti Paesi prevale la tendenza a parlare di famiglie, piuttosto che di famiglia, ma proprio in questi giorni e’ stato dato atto a Dublino dell’impegno e della coerenza dell’Italia”.