venerdì 19 Luglio 2024

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Tra il 1995 e il 1999, le forze militari della Nato furono impiegate per ristabilire l’ordine nelle provincie indipendentiste della ex Jugoslavia. Durante il conflitto, l’esercito degli Stati Uniti utilizzò armi arricchite con miscele di uranio impoverito. I soldati italiani, privi di equipaggiamenti specifici, furono esposti a tali contaminazioni, e molti di loro svilupparono nel tempo la cosiddetta Sindrome dei Balcani, una serie di tumori, tra cui il più frequente è il linfoma di Hodgkin. Ad oggi almeno 250 militari sono morti e 2500 sono affetti da tale sindrome. Dieci anni dopo il conflitto, alcune aree e zone industriale che furono teatro dei bombardamenti non sono ancora state bonificate dalle scorie di uranio impoverito, e testimoniano, quali monumento invisibile, quali possano essere a distanza di anni gli effetti tragici di un conflitto.

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