lunedì 1 Luglio 2024

GAZA: MORIRE DI INDIFFERENZA

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Nasma, bimba due anni di Gaza ammalata di leucemia, morta in attesa dell’autorizzazione per potersi recare a curarsi nello Stato ebraico.

<http://www.nena-news.com/wp-content/uploads/2010/10/bimba-m
alata.jpg> Gaza, 27 ottobre 2010 (foto dal sito
www.electronicintifada.net), Nena News – Nasma Abu Lasheen,
una bambina di due anni di Gaza ammalata di leucemia, e’
morta mentre era in attesa dell’autorizzazione delle
autorita’ israeliane per potersi recare a curarsi nello
Stato ebraico. A denunciarlo era stata la scorsa settimana
l’associazione Physicians for Human Rights (PHR), Medici per
i Diritti Umani  La richiesta iniziale di autorizzazione per
entrare in Israele, presentata il 6 ottobre dal centro per
la tutela dei diritti umani  B’Tselem, era rimasta senza
risposta per diversi giorni. La famiglia della bambina si
era allora rivolta a PHR che, contattato il 13 ottobre il
Gaza District Coordination Office (DCO), il giorno seguente
otteneva una risposta affermativa. Nel frattempo le
condizioni della piccola paziente erano talmente deteriorate
che, all’arrivo del permesso israeliano, il medico curante
valutava la situazione clinica troppo gra ve per viaggiare.
La piccola Nasma moriva il mattino del 16 ottobre.

Il giorno stesso in cui chiedevano l’autorizzazione di
uscita da Gaza per Nasma, i rappresentanti di PHR
testimoniavano davanti alla Commissione Turkel, istituita
dal governo israeliano per indagare sui fatti della
Flottilla, sulla situazione umanitaria venutasi a creare
nella Striscia di Gaza a seguito del blocco imposto da
Israele. In quell’occasione PHR riferiva sul numero
crescente di pazienti cui viene negato il permesso di uscire
dalla Striscia per potere essere curati in ospedali
“esterni”, soprattutto dopo l’intensificarsi del blocco
israeliano nel giugno 2007. Nella sua testimonianza PHR
sottolineava come “per gli ammalati in attesa di cure
urgenti, un’autorizzazione che arriva in ritardo o viene
negata fa una immensa differenza in termini di qualita’
della vita, di sofferenza prevenibile e, in molti casi, di
vita e di morte, come dimostrato dal caso della piccola
Nasma.”
http://www.phr.org.il/default.asp?PageID=190&ItemID=875

Secondo i dati del monitoraggio compiuto dall’ufficio
dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) per il
Territorio Palestinese Occupato, una media di 900 pazienti
bisognosi di cure specialistiche non disponibili nella
Striscia di Gaza sono indirizzati ogni mese verso ospedali
in Israele, Gerusalemme Est, Gisgiordania o Giordania. Per
ciascun paziente e’ necessario ottenere l’autorizzazione
delle autorita’ israeliane. Mentre e’ cresciuta nei mesi
recenti la proporzione dei permessi accordati rispetto alle
domande presentate (attualmente circa l’85%), un fenomeno
preoccupante e’ costituito dall’aumento delle richieste che
non ricevono una risposta utile prima dell’appuntamento
fissato. Queste autorizzazioni “tardive” sono aumentate dal
7% dello scorso agosto al 13% di settembre. Secondo l’OMS
dall’inizio del 2009, 32 pazienti sono deceduti prima di
potere accedere all’ospedale fuori dalla Striscia di Gaza
dove erano stati inviati.

Nel settembre scorso l’autorita’ israeliana ha esaminato 626
domande di autorizzazione per attraversare il valico di Eres
e recarsi presso ospedali di Gerusalemme Est, Cisgiordania,
Israele e Giordania. Tale numero e’ stato inferiore ai mesi
precedenti (919 in agosto, 947 in luglio e 1090 in giugno) a
causa delle molte festivita’ israeliane in settembre, oltre
ai sabati in cui Erez e’ regolarmente chiuso. Come detto,
cio’ che preoccupa sono i ritardi nella concessione del
permesso oltre che la proporzione dei permessi stessi. Altra
statistica allarmante e’ l’aumento del numero dei pazienti,
o dei loro familiari, richiedenti autorizzazione che vengono
sottoposti ad interrogatorio da parte dai servizi segreti
israeliani. Come riferisce un recente rapporto di PHR
http://www.phr.org.il/default.asp?PageID=190&ItemID=768,
metodi inaccettabili, come intimidazioni ed estorsioni, sono
a volte utilizzati nei confronti dei pazienti bisognosi di
cure per estorcere informazioni. Il rapporto descrive nel
dettaglio gli os tacoli che deve affrontare la popolazione
di Gaza bisognosa di cure mediche non disponibili nella
Striscia. Le politiche israeliane da una parte impediscono a
Gaza di potenziare adeguatamente il proprio sistema
sanitario e, dall’altra, restringono gravemente l’accesso
dei pazienti alle cure che sono disponibili soltanto al di
fuori di quella regione. PHR fa infine notare come i criteri
utilizzati da Israele per concedere l’autorizzazione ad
uscire dal territorio di Gaza per ottenere cure altrimenti
inaccessibili si basino su considerazioni eticamente
discutibili, come il rifiuto di considerare pazienti non in
pericolo di vita, pazienti che aspirano ad una migliore
qualita’ di trattamento, o che potrebbero tentare di
rimanere in Cisgiordania.

E’ assordante il rumore provocato dal silenzio e
dall’inazione della comunita’ internazionale di fronte alle
morti e al dolore dovuti all’indifferenza di una burocrazia
che drammaticamente ricorda quanto scritto sulla “banalita’
del male”.

Nena News (http://www.nena-news.com/?p=4436 )

Siamo proprio certi che si tratti di indifferenza, ovvero
siamo di fronte ad un metodo più lento, ma assai
più
“risparmioso” dell’uso dei proiettili per cancellare un
altro po’ di “cattivi”?

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