Il giorno del ricordo non sia una passerella per avvoltoi
I corpi gettati negli abissi carsici dai solerti carnefici di Tito non hanno memoria.
Le loro ossa inerti ammuffiscono accumulate una sull’altra, teschi tibie e femori decomposti da umido ed acqua.
La sostanza immateriale, il soffio magico che diede loro vita, gioia, dolori, che strappò lacrime infantili e gemiti di piacere, li abbandonò nel momento in cui quei corpi si sfracellarono precipitando.
Non urlano vendetta, come qualche destroide va cianciando a ridosso della ricorrenza, magari per strappare un voticino in più.
La vendetta non è loro.
E noi, che pur abbiamo le mani sporche di ogni giorno, non dobbiamo vendicare, ché loro non vogliono lutti a sfamare assetate divinità telluriche.
Ricordiamoli, gli italiani di là dall’acqua. Leviamo canti perché ci guidino, accendiamo i fuochi.
Ma soprattutto cerchiamo giustizia.
Euro e mercato unico per Slovenia e Croazia non saranno una benedizione, tutt’altro. Ma è vile, opportunistico, nel nome dell’euro e di una finta Europa, sedersi ai tavoli e stringere mani dei viscidi figuri che seguitano a minimizzare, negare, contestualizzare.
Chi tutta la vita ha scagazzato antislavismo a fini elettorali, oggi è sodale dell’ex ministro degli esteri che, tra gli altri, più si spese per l’oblio, nel cammino del distacco dal “male assoluto”.
Questo chiedono i nostri infoibati: giù le maschere, verità!
