venerdì 19 Luglio 2024

Gli amanti maledetti

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Una villa d’inizio Novecento, elegante ma vagamente sinistra, una moglie fedifraga che si fa trovare a letto con lo stalliere e un finale in un lago di sangue: ecco i tre ingredienti base di una delle leggende più cliccate del web, quella della «Villa degli amanti maledetti» di Lomello, in provincia di Pavia. Basta inserire la frase in un motore di ricerca su Internet per trovare centinaia di risultati. La vicenda, si legge, sarebbe avvenuta in un brutto giorno di fine estate del 1912. Il proprietario della splendida tenuta oggi disabitata, eretta in mezzo ai campi di riso, tornava da una battuta di caccia. Ad attenderlo, sulla porta d’ingresso, avrebbe dovuto esserci la bella e giovane moglie, sposata pochi mesi prima. Ma la sposina non c’era: il marito la sorprese poco dopo all’ultimo piano della torretta della villa, in atteggiamenti inequivocabili, con un giovane stalliere. Il proprietario lavò nel sangue il tradimento con due colpi del suo fucile da caccia. Il terzo colpo, l’ultimo, lo riservò a se stesso. Nella villa non rimase anima viva. Ma altre presenze non tardarono a manifestarsi…Online la leggenda spopola. Articoli, video e forum: ovunque si accenna a paesi abbandonati o case fantasma, immancabile spunta la sagoma tardo liberty della villa, ovviamente con la torretta bene in vista. Le versioni differiscono leggermente fra loro, cambia qualche dettaglio, ma il concetto è sempre quello: nella villa è avvenuto un grave fatto di sangue e da allora è infestata dai fantasmi, così cattivi da far scappare a gambe levate tutti i proprietari successivi. L’ultimo risalirebbe agli anni Cinquanta: le «energie negative» e i lamenti terrificanti lo avrebbero addirittura spinto al suicidio assieme alla moglie, mentre il figlio si sarebbe impiccato.

Ce n’è abbastanza per solleticare l’interesse dei fanatici, e infatti porte e finestre della tenuta sono state tutte sprangate per evitare incursioni come quelle avvenute a villa De Vecchi in Valsassina, provincia di Lecco, divenuta celebre come «la Casa Rossa». Tanto per rendere l’idea, solo qualche settimana fa un gruppo di motociclisti tedeschi è stato sorpreso mentre scattava foto in posa davanti alla villa, e a uno dei cancelli è stato trovato appeso il teschio di un animale, forse di un maiale. La tenuta, disabitata, non è in perfette condizioni, ma il tetto è stato rifatto da poco e gli infissi, le serrande e i vetri sono quasi tutti integri, in modo particolare la grande vetrata della torretta. Un dettaglio non secondario, dal momento che i siti internet raccontano di decine automobilisti pronti a giurare di avere visto, in occasione dell’anniversario del presunto massacro, strani bagliori provenire proprio da lì.

Il sindaco di Lomello sorride: «Ho sentito parlare di queste storie – commenta -, ma, appunto, sono solo storie. Piuttosto, vista la posizione di grande passaggio, quella villa potrebbe diventare la location ideale per aprire una pizzeria o un ristorante». La villa si trova lungo la provinciale 193 bis, vicino a cascina Boragna. È abbandonata da oltre 30 anni, ma la proprietà, acquisita negli anni Settanta dal re del riso, Francesco Sempio, si è data da fare per limitarne il degrado e le incursioni di spiritisti, predatori e semplici curiosi.

Ma qual è la vera storia della «Villa degli amanti maledetti»? L’abbiamo ricostruita grazie a Gian Franco Magenta, 82 anni, originario di Lomello, autore assieme alla moglie Tina di vari volumi di storia locale. Ci ha accompagnato in un’indagine a ritroso nel tempo, arrivando a un colpo di scena che ha dissolto in un attimo leggende e maledizioni. Ha aperto una cartelletta estratta da suo archivio personale e ha appoggiato sul tavolo una cartolina del 1931 che ritrae la villa: sull’ingresso, in piedi, si vede il proprietario, vivo e vegeto. E ci ha raccontato che cosa è successo davvero. 

 

http://milano.corriere.it/foto-gallery/cronaca/14_giugno_05/villa-amanti-maledetti-1aca1ca6-ecbd-11e3-9d13-7cdece27bf31.shtml 

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