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Gli angeli di Di Pietro

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Avvocato fotografa la sentenza di condanna del cliente già scritta dal giudice prima del processo

Difensore trova la sentenza della conferma di condanna già scritta prima che si celebri il processo a carico del suo assistito. La fotografa e grida allo scandalo. Il presidente della Corte d’appello di Milano, che ha firmato il documento, si schermisce parlando di appunti personali. Il legale ne chiede il sequestro. “Ho voluto tutelare la giustizia. Quindi ho fatto mettere a verbale che ho trovato la sentenza già fatta e firmata”, ha poi spiegato l’avvocato Paolo Cerruti del foro di Napoli.
Il legale era in attesa che venisse chiamato il processo d’appello a carico del suo assistito, Francesco Basile, 36enne condannato in primo grado a otto mesi di reclusione senza condizionale per un furto avvenuto all’autodromo di Monza lo scorso 14 settembre, poco prima dell’inizio del Gran premio. A spiegare l’accaduto è lo stesso Cerruti: “Per scrupolo prima dell’inizio del processo chiedo al cancelliere di indicarmi il fascicolo in modo da capire quali fossero i punti più controversi da discutere. Noto che sulla scrivania del presidente c’è un documento con scritto: ‘Tribunale di Monza – Basile Francesco’. Lo apro per vedere cosa ci sia annotato dei miei motivi di appello e leggo: ‘L’appello è infondato e va rigettato’. Accanto, il giudice Giovanni Scaglione ha scritto punto per punto tutte le motivazioni di rigetto dei miei motivi di appello”.
Mentre racconta, il legale è indignato. “Se questo è quanto – commenta – la funzione dell’avvocato è assolutamente nulla. E siccome io ho un rispetto enorme per la magistratura, io ho voluto tutelare la giustizia. Quindi ho fatto mettere a verbale che ho trovato la sentenza già firmata. Poi ho chiesto che venisse sequestrata in modo che il Consiglio superiore della magistratura verifichi se l’avvocatura sia stata offesa. Quindi ho avvertito per telefono l’Ordine degli avvocati di Napoli e sono andato di persona dai responsabili di quello di Milano”.
Immediata la replica del giudice Scaglione: “L’avvocato ha messo abusivamente le mani nelle carte mie. Io avevo preparato una bozza di decisione, ma la decisione del collegio poteva essere completamente diversa”. Il processo si sta celebrando con un altro presidente di collegio e il sostituto procuratore generale ha appena chiesto la conferma della condanna a otto mesi.

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