sabato 20 Luglio 2024

Gli indiani li facciamo noi

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Un popolo che qualcuno pretenderebbe capace di andare da solo…

La musica è cultura, libera da condizionamenti, ma suonare per i secondini dei marò dedicando il concerto dell’orchestra sinfonica di Milano, Giuseppe Verdi, «all’India in occasione della Festa Nazionale», fa venire il voltastomaco. Per non parlare dell’invito all’auditorium di Milano del 26 gennaio, sovrastato dalla bandiera indiana, annunciato dal console di un Paese che trattiene i marò da troppo tempo. Verdi, compositore del Va’ pensiero, si rivolta nella tomba, ma gli orchestrali devono pure sbarcare il lunario in tempi di vacche magre. Una buona idea sarebbe suonare oltre a Mahler l’inno del reggimento San Marco, che è lo stesso della Marina militare. Giusto per ricordare agli indiani un minimo di dignità nazionale. Oppure, per chi ci crede, appuntarsi al bavero il fiocco giallo di solidarietà dei marò, che campeggia sulla testata de il Giornale. L’esempio potrebbe darlo il presidente della Fondazione che sostiene l’orchestra Verdi, l’ex europarlamentare Pci, Giovani Cervetti famoso per «L’oro di Mosca». Ai tempi del crollo del muro di Berlino fu anche ministro ombra della Difesa dei comunisti. Sarebbe bello un fiocco giallo pure per gli ospiti che proprio vogliono andare al ricevimento, a Milano o Roma, per la 65ima festa della Repubblica indiana. Altrimenti faremo la figura della solita Italietta.

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