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Globalfobia e bisogno di radicalità

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Gli italiani hanno paura della globalizzazione. Lo rivela un recente sondaggio che mostra come i nostri concittadini guardino con favore i movimenti anti-global, pur ritenendo utopistiche le idee dei vari Casarini & Agnoletto. Nella nostra società c’è un vuoto da riempire con un rinnovato pensiero radicale. Oltre la globalizzazione ed oltre i finti no-global.

Secondo un sondaggio condotto dalla Eos Gallup Europe per conto della Commissione europea, gli italiani non vedono di buon occhio la globalizzazione e simpatizzano per i movimenti che vi si oppongono. Inoltre, l’Italia considera la «global economy» più una minaccia che un’opportunità per la propria vita quotidiana e per lo sviluppo della nazione. Il 48% del campione italiano ritiene, infatti, che la globalizzazione sia uno svantaggio per il proprio nucleo familiare. Il suo impatto sull’occupazione e sulle imprese è ancora più devastante: il 63% degli italiani la considera una minaccia. In questo quadro i movimenti no global riuscirebbero a sensibilizzare l’opinione pubblica: il 79% degli intervistati sostiene infatti che i movimenti di opposizione all’economia globalizzata «sollevano delle questioni che meritano di essere discusse». per il 63%, inoltre, i no global sensibilizzano l’opinione pubblica su vari aspetti della globalizzazione, anche se per il 53% spesso non propongono soluzioni concrete e per il 36% non riescono a rallentare efficacemente il processo in atto.

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