sabato 20 Luglio 2024

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 Dai cosacchi dello Zar ai cosacchi di Putin: i cavalieri delle steppe sono entrati oggi in servizio nel centro di Mosca come vigilantes in pattuglia sulla via Tverskaya, nell’area della stazione Bielorussky e nei pressi della fermata della metropolitana Pushkinskaya. Il loro compito è dare una mano alla polizia: hanno un badge di riconoscimento anche se, indossando la divisa tradizionale, sarà difficile confonderli.
Tra le missioni affidate ai cosacchi, combattere i parcheggiatori e i venditori abusivi e gli automobilisti trasgressori. Ma non saranno solo dei vigili un po originali, vestiti in uniforme tradizionale blu con strisce rosse. Le squadre di “polizia cosacca” presto compariranno in tutti i quartieri di Mosca. Saranno oltre 600. Ma non potranno fermare o multare nessuno. E le autorità cittadine hanno intenzione di osservare la reazione dei passanti, per capire se la loro presenza è di pubblica utilità.
Dei cosacchi, gli uomini delle steppe ucraine, siberiane e centro-asiatiche, hanno scritto tutti i più grandi romanzieri e poeti russi, da Pushkin a Tolstoj. Sarebbero apparsi nel XIV secolo nei territori disabitati tra la Russia, la Lituania, la Polonia e i khanati tatari. Il consolidamento delle loro comunità avanzò di pari passo con il disfacimento dell’Orda d’Oro tatara, con la quale queste comunità furono in lotta perenne. Finchè, con lo scopo di assicurare la fedeltà cosacca al trono, alla fine del XVII secolo, gli zar ottennero il giuramento di tutte le armate cosacche: le ultime furono quelle del Don, nel 1671. Ma in Italia la loro immagine è soprattutto legata all’Urss: durante la guerra fredda, si diceva che in caso di vittoria del Pci, l’Italia sarebbe divenuta un Paese filo-sovietico e “i cavalli dei cosacchi si sarebbero abbeverati nelle fontane di San Pietro”.
Nella realtà recentemente i Cosacchi hanno formato un partito politico, per sostenere il presidente russo Vladimir Putin, che sa bene quanto conta la base elettorale militare, compreso il milione di guerrieri delle steppe. Il primo congresso dei Cosacchi si è tenuto il 24 novembre. Un esito naturale visto che lo stesso Putin a pochi mesi dal suo rientro al Cremlino aveva annunciato di voler “riesumare” i cosacchi, antica comunità militare, passata alla storia per aver difeso strenuamente lo zar contro i bolscevichi. E lui, che ha risentito della più forte ondata di proteste da quando è salito al potere, ritiene che “il compito dello Stato è in ogni modo di aiutare i cosacchi, coinvolgerli nel servizio militare e nell’educazione patriottica della gioventù”.

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