Si torna a parlare di Silvano Russomanno, il dirigente del Sisde che, detenuto per aver fornito notizie alle Brigate Rosse, nell’agosto 1980 confezionò la prima falsa pista per la strage di Bologna. A quanto pare già negli anni Sessantaoperava in modo non dissimile in Alto Adige.
6 Settembre 1964: In una baita della Val Pusteria viene ucciso Louis Amplatz e ferito George Klotz, entrambi ricercati perche’ sospettati di essere gli autori di numerosi attentati in Alto Adige . Subito dopo il fatto Christian Kerbler , irredentista anche lui, ma che risultera’ essere un informatore della squadra politica della questura, presente al fatto, si presenta spontaneamente in una caserma degli alpini, ma durante il trasferimento fra Merano e Bolzano , Giovanni Paternel , capo della squadra politica di Bolzano , lo fa fuggire; 22 anni dopo sara’ condannato in contumacia per l’uccisione di Amplatz . Paternel pero’ dichiarera’ che a far fuoco erano stati in realta’ i carabinieri, cio’ verra’ confermato da altre testimonianze. Risultera’ poi dalle indagini del giudice Mastelloni che il gen. De Lorenzo “…voleva esperire la possibilta’ di uccidere uno o due terroristi sudtirolesi…” e che in tale intento erano implicati anche il questore di Bolzano Ferruccio Allitto Bonanno e il funzionario dell’Ufficio Affari Riservati Silvano Russomanno .
Il medesimo Russomanno, nell’agosto dell’80, trovandosi in stato di detenzione a Rebibbia per aver fornito, da dirigente del servizio d’informazioni del ministero degli interni, Sisde, notizie confidenziali alle Brigate Rosse, costituirà la prima pista falsa per sviare le indagini sulla strage di Bologna ai danni dell’estrema destra. Istruirà un mitomane, tal Piergiorgio Farina e quindi, preso contatto con il collaboratore di questura Marco Affaticato, darà vita ad una montatura giudiziaria che indurrà il magistrato Persico ad emettere ventotto ordini di cattura il 28 agosto. La montatura verrà smascherata alcuni mesi più tardi.