venerdì 19 Luglio 2024

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Sei missili corani nell’Independence Day. Per gli Usa sono un regalo gradito

La Corea del Nord ha effettuato il test di sei missili, proprio nel giorno della festività Usa dell’Independence Day. I primi due vettori balistici, ha reso noto l’agenzia Yonhap, citando fonti del governo di Seul, sono stati lanciati alle ore 8 locali (all’una di notte in Italia) ed erano del tipo Scud, ”con una gittata stimata di circa 500 chilometri”. Successivamente, a distanza di poche ore, ne sono stati lanciati altri due, presumibilmente dello stesso tipo, da una base vicino Wonsan, nella provincia di Gangwon: sono caduti nel mar del Giappone dopo aver coperto una distanza di circa 400 chilometri. Il quinto missile, a corto raggio, è stato fatto esolodere intorno alle 14.50 locali, le 7.50 in Italia. Il sesto missile a corto raggio è stato lanciato intorno alle 16.10 locali (le 9.10 in Italia).

”Il test missilistico di Pyongyang del 2 luglio è stato condotto nell’ambito di esercitazioni di routine – ha aggiunto la fonte all’agenzia sudcoreana – ma oggi sembra che l’iniziativa abbia una natura politica, considerando che negli Usa ricorre la festa dell’Indipendenza”. I vettori odierni sono stati lanciati all’inizio della fascia oraria di bando alla navigazione annunciata da Pyongyang nei giorni scorsi, che dovrebbe terminare in serata alle ore 20 locali (le 13 in Italia).
Il Paese comunista, che è solito fare leva sui missili nei momenti di massimo attrito con la comunita’ internazionale, è stato colpito da nuove sanzioni Onu a seguito della risoluzione 1874, approvata dal Consiglio di sicurezza come risposta al secondo esperimento nucleare del 25 maggio scorso.
A Pyongyang è stato vietato, tra l’altro, il commercio di armi, fonte di preziosa valuta estera per il regime. Il Consiglio ha autorizzato i Paesi che aderiscono all’Onu ad ispezionare i cargo riconducibili alla Corea del Nord, con la possibilità di sequestrare e distruggere le merci spedite in violazione alle sanzioni.

E la sceneggiata è completa. In realtà I missili coreani, congiuntamente alla “minaccia nucleare” iraniana, forniscono il destro all’industria degli armamenti per continuare a strappare finanziamenti miliardari malgrado la crisi e per mantenere in piredi il progetto degli “scudi stellari”. Inoltre la minaccia regionale serve da monito a Giappone, Indonesia e Corea del Sud affinché non siano eccessivamente tentati nello sviluppo delle alleanze regionali con la Cina. Gli Usa vogliono infatti mantenere la corsia preferenziale con Pechino. E la Corea del Nord, probabilmente consapevole, ha fatto a Washimgton un bel regalo per le feste.

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