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I compagni di Rockerduck

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La Banda Bassotti, ovvero l’emblema del comunismo che oggi più di ieri disprezza gli operai

 

1 maggio 2009 da Gli operai in lotta del Nord-Milano

LETTERA APERTA AI “COMPAGNI” DELLA BANDA BASSOTTI

Signori,
vi abbiamo invitato a suonare al concerto del 25 aprile al Carroponte a Sesto San Giovanni, spiegandovi in maniera precisa la natura della nostra iniziativa, che ribadiamo qui:

Il concerto è stato organizzato per raccogliere fondi a sostegno delle famiglie di più di 200 operai che stanno lottando contro la chiusura dei rispettivi stabilimenti produttivi e che da sei mesi ormai non percepiscono lo stipendio. Il 25 aprile è stato scelto come data dell’iniziativa perché riteniamo importante ribadire i contenuti della lotta di classe, contenuti che hanno ispirato la maggior parte dei partigiani che hanno combattuto nella lotta di liberazione, in una data che per la maggior parte di chi se ne fa portavoce, purtroppo, è diventata mera celebrazione dell’ “unità nazionale”.

Per noi, invece, i valori della RESISTENZA sono sempre vivi nella nostra quotidiana lotta contro il profitto dei capitalisti che sta logorando profondamente le nostre condizioni di vita.

Abbiamo chiesto la VS solidarietà a questa iniziativa, ci avete chiesto 5000 euro per darcela.

Abbiamo accettato, probabilmente sbagliando, la vs richiesta ritenendo valide le spiegazioni che ci sono state date da voi in merito alle difficoltà del vostro gruppo, che siete “precari della musica” ecc..; abbiamo pensato che magari l’impossibilità a concedere un prezzo solidale per la vostra esibizione sarebbe stata ripagata da un concerto straordinario, magari un po’ più lungo del solito, in cui avremmo costruito un rapporto con voi e condiviso quell’esperienza.

Purtroppo non è stato nulla di tutto questo!

L’atteggiamento da parte vostra è stato quello delle star del jet set. Durante tutta la vostra esibizione si percepiva che non vedevate l’ora di andar via, avete suonato solo un’ ora, nemmeno un bis. Appena finito il concerto è stata plateale la mossa del chitarrista che ha, con estrema soddisfazione, staccato immediatamente il jack dall’amplificatore, mentre voi tutti eravate intenti a smontare per andar via il prima possibile.

Nel frattempo il vostro responsabile ci intimava “contate ‘sti sordi che se ne dovemo annà a Roma!”

Non ci sembrava vero! Ci aspettavamo un lungo e appassionato spettacolo, ci siamo trovati di fronte a una sporca marchetta, mentre noi abbiamo fatto carte false per offrirvi il meglio possibile (cena, luci, audio, palco, ecc…) investendo ulteriormente parte delle nostre collette.

A quel punto insieme ai 50 operai del servizio d’ordine, quelli che da mesi non sanno quasi nemmeno cosa dar da mangiare ai propri figli, abbiamo chiesto al vostro responsabile di parlare con tutti voi e chiarire subito la nostra posizione in merito al vostro squallido comportamento.

“a banda sta n’giro” é stata la risposta, “so così, è difficile riacchiapparli dopo il concerto”. Le nostre insistenze hanno avuto come risposta solo la fretta “de portà 16 persone a Roma” al punto che il vostro portavoce si è infilato nella stanza dove stavamo facendo i conti, appostandosi come un avvoltoio.

Chi era nella stanza l’ha cacciato, giustamente, fuori. Finiti i conteggi gli sono stati consegnati tutti i 5000 che avevate chiesto (ma che non meritavate affatto), e lui risentito ha detto ad un nostro portavoce “a prossima vorta che m’arzi a voce ne parlamo io e te soli”. Di fronte alla disponibilità del nostro portavoce di discuterne subito da soli è uscito furtivamente dalla stanza in cui gli è stato consegnato il vostro BOTTINO, e come per magia la banda in un solo minuto era già tutta sui furgoni fuori dai cancelli del carroponte in viaggio “pe Roma”.

Consideriamo vergognoso il vostro modo di agire. Consideriamo tutti coloro che fanno propri i valori delle lotte operaie solo per specularci sopra degli squallidi millantatori ben integrati nel sistema dello sfruttamento capitalista.

Diciamo ai compagni che non sono venuti al concerto per protesta contro di voi ( a quanto pare certi atteggiamenti li avete fatti propri da diverso tempo perdendo diverse simpatie) che hanno profondamente sbagliato, perché venire a Sesto il 25 aprile significava sostenere le lotte degli operai. Se aveste contestato la banda lo avremmo accettato e condiviso. Il 25 aprile per noi è stato un momento particolare della nostra lotta e nella lotta si esprime la vera democrazia. La contestazione ne sarebbe stata la sua manifestazione. I Bassotti hanno blog e mail, potete ancora comunicargli il vostro, e nostro, sdegno.

Ringraziamo profondamente tutti coloro che hanno sostenuto, e continuano a farlo, il nostro lavoro cogliendone i suoi contenuti più profondi.

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