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I gioielli della corona

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Della Nazione o della famiglia?

Si preannuncia come una lunga battaglia legale quella che i Reali di Savoia stanno per intentare contro il governo italiano. Oggetto del contendere i gioielli della Corona, i gioielli della famiglia reale, un tesoretto formato da 6.732 brillanti e 2 mila perle, di diverse misure, montati su collier, orecchini, diademi e spille varie il cui valore potrebbe raggiungere i 500milioni di euro e che da 76 anni sono custoditi in un caveau della Banca d’Italia.
Vittorio Emanuele di Savoia e le sorelle Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, figli dell’ultimo Re d’Italia Umberto II hanno deciso di rimettere le mani sui gioielli della famiglia e ne chiedono la restituzione. Oggi la mediazione tra Emanuele Filiberto di Savoia, venuto a rappresentare la casa piemontese e i legali di Banca D’Italia, gli avvocati Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino, conclusosi però con una nulla di fatto.
Così Casa Savoia si prepara alla citazione civile dello Stato e la restituzione, come si legge nella pec inviata dall’avvocato Sergio Orlandi – legale del principe Vittorio Emanuele e delle principesse Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, eredi di Umberto II – alla presidenza del Consiglio, al ministero dell’Economia e alla Banca d’Italia, di cui ha preso visione il CorSera, dovrebbe avvenire entro dieci giorni.
«In riferimento ai gioielli, a tutti i beni mobili personali e della famiglia dei Savoia, depositati dal Re d’Italia Umberto II presso la Banca d’Italia, affinché venisse assicuratala custodia e garantita la vigilanza necessaria per la conservazione ai fini della restituzione. Voglia cortesemente la Banca d’Italia, in persona del suo Governatore, provvedere, entro 10 giorni dal ricevimento della presente, alla restituzione di quanto sopra indicato, concedendone, altresì, la contestuale visione, avendone gli eredi stessi il pieno diritto» (…) «Che i gioielli siano rimasti chiusi in un caveau della Banca D’Italia è qualcosa di ridicolo. Se li riotterremo, li faremo esporre» ha commentato il principe all’uscita dell’incontro.
La Banca d’Italia, come hanno sottolineato i due legali, non ha la disponibilità di decidere come utilizzare il bene visto che la sua funzione è solo quella di custode dei gioielli, consegnategli dall’ultimo re d’Italia, Umberto II, nel giugno del 1946.

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