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I Giusti sono Giusti

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e capaci di resistere a forze impari

Un bambino palestinese trascinato a viva forza su un cellulare della  polizia, una madre disperata che cerca di  invano di raggiungerlo, il  fare tracotante  e intimidatorio delle guardie. Sono gli ingredienti di  un video amatoriale che in questi giorni sta suscitando  reazioni  indignate sul web, all’insegna di immagini imbarazzanti per le forze di  sicurezza israeliane.
Il filmato, che non è il primo del genere, è stato girato da un  testimone oculare a gennaio nel villaggio di Nabi  Salih, in Cisgiordania  (Territori palestinesi occupati), stando a quanto riferisce l’agenzia  Maan. Ed è stato già rilanciato da organizzazioni per i diritti umani  nell’ambito dell’ennesima denuncia sui metodi usati in particolare dalle  Guardie di Frontiera: uno dei corpi israeliani più criticati per i suoi  comportamenti ordinari verso i palestinesi. Il bambino viene identificato con il nome di Karim Tamini, nato nel  1999.
Lo si vede trascinato via da alcuni uomini in uniforme, mentre  invoca aiuto girandosi in direzione della madre e di altre persone  presenti. Queste si rivolgono  inutilmente ai carcerieri gridando che si  tratta solo di un ragazzo. Karim è alla fine scaraventato di peso su un furgone della polizia, dinanzi al quale la madre – precipitatasi in  soccorso – viene respinta in malo modo fra spinte e sorrisini di disprezzo. Secondo a quanto  riportano alcuni pacifisti, dietro l’episodio ci  sarebbe stato il tentativo di premere sulla famiglia di Karim per  indurla a far consegnare suo fratello Islam, di 14 anni, sospettato  d’aver lanciato pietre durante uno dei raduni settimanali di protesta  contro la barriera eretta d’ Israele attorno a buona parte della  Cisgiordania. Islam risulta in effetti essere stato fermato pochi giorni  più tardi ed è tuttora detenuto in attesa di giudizio: sullo sfondo di  un caso le cui procedure – affidate a un tribunale militare – sono pure  al centro di contestazioni legali da parte di attivisti dei diritti  umani rappresentati dall’avvocato israeliano Gaby Laski.

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