giovedì 18 Luglio 2024

I comunisti non sono più quelli di una volta

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Un filosofo autenticamente marxista – nessuno è perfetto – ci spiega come Bertinotti sia totalmente ed irriducibilmente inserito nel sistema dominato dal Politicamente Corretto. Dilettante Culturale e Politico di Professione, il leader di RC gode di una fama da antagonista assolutamente immeritata

Come il Dottor Jekill ed il mister Hyde di Stevenson, personaggi schizofrenici contenuti in una sola identità, anche Bertinotti unisce al profilo del Dilettante Culturale incorreggibile anche il profilo del Professionista Politico. Non dimentichiamo infatti che la formula bertinottiana è FB=DC/PP. Occupiamoci ora di questo secondo profilo, perché dei due è quello assolutamente più rilevante. Dovendo quantificare la mia formula, direi che FB=DC(20%)/PP(80%). Questo terzo paragrafo è dunque molto più importante di quello precedente. Le chiacchiere massimalistiche del movimento dei movimenti come rinascita post-moderna del comunismo sono soltanto una copertura di una pratica politica quasi provocatoria per il suo carattere opportunistico e subalterno. Ma vediamo meglio i dettagli, perché analizzandoli cominceremo veramente a capirci qualcosa.


Il partito di Bertinotti è un partito “sistemico” al 100%, nel senso di essere un partito pienamente organico al sistema politico italiano. La retorica massimalistica, populistica e pauperistica non è affatto “alternativa”, ma è l’espressione di una ideologia di “nicchia”. Quando si dicono e si fanno cose veramente “anti-sistema” (come invitare un resistente iracheno e sostenere che la resistenza irachena armata è pienamente legittima nelle sue azioni militari, come abbiamo meritoriamente fatto recentemente e continueremo naturalmente a fare), allora il pagliaccio massimalista ci chiama “nemici del movimento”, ripristinando (probabilmente senza neppure saperlo, per le carenze culturali sopra segnalate) il concetto staliniano di “nemico del popolo”, semplicemente aggiornato in senso post-moderno. E’ bene allora capire in che senso Bertinotti è pienamente “sistemico”. Se lo si capirà, avremo cominciato a capire una cosa importante, anche se elementare, e cioè che non è obbligatorio oggi rilanciare il comunismo, ma se lo si fa questo rilancio non può essere “sistemico”, ma del tutto incompatibile con i sistemi elettorali e politici occidentali di oggi.


La Prima Repubblica italiana (1946-1992), interrotta dal colpo di stato giudiziario extraparlamentare chiamato Mani Pulite (e non rivolto verso il Berlusca, ma rivolto contro un sistema partitico, proporzionale, assistenziale e keynesiano), si basava simbolicamente sul principio dell’Arco Costituzionale (AC). La Seconda Repubblica, uninominale, maggioritaria, neo-liberale, ecc., si basa simbolicamente sul principio del Politicamente Corretto (PC). Il PC è a sua volta solo uno stadio ulteriore dell’AC, perché conserva pienamente il principio di esclusione (conventio ad excludendum) contro tutto ciò che è sistematicamente incompatibile. La gestione del vecchio AC era in mano a politici di professione, mentre la nuova gestione del PC è demandata soprattutto ad un ceto corrotto di giornalisti prezzolati e normalizzati ed al pervasivo circo mediatico, nuovo sacerdozio del recente capitalismo che ha sostituito il vecchio clero religioso, oggi derubricato a funzioni secondarie di assistenza a drogati, poveracci, anziani solitari e giovani scoppiati. Per semplificare, il Politicamente Corretto impedisce di chiamare un omosessuale “frocio”, ma non impedisce, ed anzi ingiunge, di chiamare un

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