Spesso viene dimenticato qual è stato il prezzo pagato da molti paesi e città per la “liberazione”. Per fortuna c’è chi non dimentica, e anche la scuola, talvolta, insegna veramente.
. Era un paese diverso, allora.Se si poteva ancora dire “paese”. O piuttosto un cumulo di macerie, con poche case rimaste in piedi; il campanile sorgeva in mezzo alla desolazione della guerra.Sembra un passato lontano,si tratta invece di sessant’anni fa: ancora ci sono persone che hanno negli occhi qualche paesaggio.E che ieri Calliano ha rievocato.Tutti i cittadini hanno potuto confrontare l’immagine odierna di Calliano con le immagini di allora.Le fotografie, formato maxi, sono state collocate negli stessi luoghi dove vennero scattate.Il lavoro di memoria più significativo è stato però compiuto proprio dalle generazioni più giovani. Le classi III, IV, V delle elementari di Calliano, con le insegnanti,hanno ricostruito i sei mesi di bombardamenti americani (dal 2 novembre del 1944 al 25 aprile 1945),che distrussero o danneggiarono gravemente il 70% delle case.Calliano infatti fu tra i luoghi più colpiti, in Trentino, dai,bombardamenti alleati: così piccolo ma anche così vicino alla ferrovia e ad una strada importante. Tuttora, durante i lavori di scavo, vengono trovate bombe dell’epoca, costringendo, per il disinnesco,a fermare il paese e le strade.Il percorso didattico delle elementari si è basato sulle testimonianze di chi i bombardamenti li ha vissuti in prima persona, intervistati dagli alunni.Le tre classi hanno continuato la ricerca negli archivi della scuola, dove hanno trovato manoscritti degli insegnanti, risalenti a quegli anni.A raccontare i bombardamenti -e la vita di allora -ai bambini sono stati Carla Angeli, Franca Cucco, Maria Ondertoller, Emilio Moser, Giorgio Chemini, Anna Pedrotti, Luciana Turri, Bruno Salizzoni, che allora erano adolescenti. Ricordano ancora quanto durò il primo bombardamento, circa cinque minuti, e le fughe, a piedi, verso Besenello opppure nelle gallerie sulla strada per Folgaria.Dopo le bombe del 4 novembre, la gente evacuò il paese (allora frazione del comune di Beseno), rifugiandosi nei paesi più vicini (non solo Besenello, ma anche Mezzomonte o Guardia).Non ci furono morti, e il paese tuttora ringrazia, ogni anno, la Maddonna Addolorata, protettrice del paese.I testimoni della guerra ricordano ancora il piccolo bombardiere inglese,il MosQuito B4, chiamato da tutti Pippo, fra i più temuti,perche bombardava di notte.(le case ndr)”La stessa scuola venne distrutta, e probabilmente i registri di allora -cercati inutilmente da bambini e maestre durante la ricerca -rimasero sotto le macerie. Sono stati trovati, invece, nell’archivio della scuola, manoscritti risalenti al 1945 e al 1946. “L ‘aula è fredda e si porta una coperta di lana per chiudere la porta”, ” Si fa scuola nella ex-caserma dei carabinieri”, “Sento la mancanza di un buon testo”, scrivono gli insegnanti di allora.</P><br />
<P>dal Trentino del 07-11-04</P></p>
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