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Il Ddl Zan è omofobo

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Come al solito producono aborti

Il disegno di legge Zan che attende di essere approvato in Senato è un ibrido tra il grottesco e il mostruoso.
Figlio dell’intolleranza, dell’arroganza e della presunzione di chi pretende di plasmare la società secondo i suoi capricci mediante obblighi, divieti e persecuzioni, il ddl è fallimentare anche su questo fronte. Obblighi, divieti e persecuzioni ne prevede a iosa ma gli effetti, che teoricamente dovrebbero produrre la garanzia delle categorie “di genere”, saranno opposti.
Siamo alle solite: per combattere il razzismo hanno proposto lo Ius Soli che è una legge ultrarazzista perché impone ai figli dei migranti non più di scegliere la nazionalità ma di assumere la nostra al posto di quella dei genitori, perché, ovviamente “più evoluta”.
Per imporre la parità tra i sessi e difendere le donne, hanno trasformato la madre in “genitore due”.
Per superare le diffidenze “di genere” verso gli omosessuali e tutte le sfumature arcobaleno, impongono una legge discriminatoria che, pur privilegiandoli, li ghettizza. E non basta: torna a presentarli come dei diversi e in inferiorità manifesta.

Perché in inferiorità manifesta?
Innanzitutto si parte dal pregiudizio per il quale gli omosessuali sarebbero fragili, ragion per cui vanno protetti anche giuridicamente nel caso, ad esempio, di una scazzottata o di una rissa. Posto che la legge già prevede aggravanti per chiunque se la prenda con persone più deboli o le aggredisca per “futili motivi”, è assurdo stabilire che la categoria dei gay (che già dovrebbero sentirsi offesi per essere denominati in inglese ed etichettati come categoria protetta) sia bisognosa di sostegno per la sua fragilità. È il solito clichet. Son sempre esistiti omosessuali niente affatto deboli. Già dimenticata la mega-rissa negli anni novanta sulle strade romane quando i viados sfondarono di botte la polizia? E i campioni omosessuali di pugilato? Secondo questa follia se in un bar si finisse a scazzottarsi per ragioni sportive, un pugile “gay” diventerebbe il debole aggredito…
Nella demenza si va ancora oltre: nel provvedimento è prevista la reclusione fino a 18 mesi o una multa fino a 6.000 euro per chi commette atti di discriminazione fondati “sul sesso,  sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”.
Insomma, per approdare all’uguaglianza di genere non soltanto si determina a priori che i non eterosessuali sono fragili ma li si pone sullo stesso piano dei portatori di handicap. Bel modo di affermarne la normalità…
Se non c’è pregiudizio omofobo in questo, dov’è allora?

L’assurdità giuridica
si sposa perfettamente con quella del “femminicidio” e fa dei gay una categoria privilegiata che non li aiuterà in nessuna maniera.
Il ddl Zan prevede il carcere da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per discriminazione sessuale; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi.
Quali sono gli effetti previdibili di questo delirio?
In primis renderà molto più difficile il rapporto professionale tra datore di lavoro e prestatore d’opera perché se costui è omosessuale il primo dovrà trattarlo con le pinze, rischiando in qualsiasi istante di essere denunciato per omofobia se i due entreranno in un contenzioso professionale di qualsiasi natura. Poiché l’onestà delle persone non è determinata dall’orientamento sessuale, nessuno può dare per scontato che non ci sia chi proverà ad approfittare di questo stato di conclamato privilegio, non solo nei rapporti di lavoro ma anche in caso di liti con il vicino.
Il che avrà come effetto logico e scontato la cautela nell’assumere qualcuno della categoria protetta e alimenterà anziché spegnere la diffidenza e l’ostilità nei confronti della stessa.
Insomma l’effetto chiaramente opposto a quello perseguito.

I ghigliottinatori
In quanto alle organizzazioni – e alle esternazioni dei singoli – da perseguire, quali sono i limiti e i contorni di questo reato d’opinione? Non è assolutamente chiaro. Da parte dei promotori di questa foia forcaiola e oscurantista si è già detto che sarà peseguibile chi si pronuncia contro l’utero in affitto e, ovviamente, chi s’opporrà a che i propri bambini vengano istruiti a scuola con lezioni di genere in un’età nella quale si è ancora acerbi per qualsiasi educazione sessuale.
È ben prevedibile un accanimento forsennato e una continua caccia alle streghe.
In poche parole, lungi dal favorire il superamento dei pregiudizi, degli arroccamenti e delle ghettizzazioni, quest’obbrobrio giuridico che strumentalizza i gay sarà impugnato dai fanatici forsennati che s’identificano nei tribunali speciali, nei sabbah delle ghigliottine, nel fiume di sangue e di dolore, insomma in tutto quello che produce la sinistra gioia ghignante dei frustrati e dei repressi, ossia di quei numerosi infelici che godono nel sentirsi carcerieri degli altri. Di quegli esseri insoddisfatti di sé che sfogano la propria insoddisfazione nel cospargere di mine il cammino delle persone che vivono la loro vita, magari lavorando, e che hanno ben altro da fare che perdersi nei menadri delle follie di chi si vuole architetto di un universo sempre più basato sull’odio: ovviamente per combattere l’odio, Watson! Orwell docet e poi sono furbetti.

 

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