venerdì 19 Luglio 2024

Il dopo-pandemia

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Dall’Inghilterra lo vedono così

La fase più acuta del Sars-CoV-2 è alle spalle. La Gran Bretagna guarda con ottimismo al futuro ed è pronta a riassaporare il gusto della normalità perduta. Grazie a una campagna di vaccinazione senza precedenti, Londra è riuscita non solo a stoppare la diffusione del virus, ma anche a bloccare i decessi. Ci sono indizi piuttosto evidenti che lasciano presupporre il graduale abbandono della fase pandemica del Covid-19 e il suo ingresso nella cosiddetta fase endemica. Con questo termine, “endemiche”, vengono indicate quelle malattie costantemente presenti – o comunque molto frequenti – all’interno di una popolazione, in uno specifico territorio.
La sorte che potrebbe capitare al Sars-CoV-2, dunque, non sarebbe dissimile a quella capitata in passato a tantissimi altri coronavirus con i quali l’essere umano ha imparato a convivere senza troppi patemi. Detto in altre parole, e come sottolineato da Sarah Walker, professoressa di statistica medica ed epidemiologia presso l’Università di Oxford, il nuovo coronavirus non scomparirà dalla faccia della terra, ma resterà tra l’uomo. Attenzione però, perché – e questo è ciò che conta – immunizzando la popolazione le infezioni caleranno sia dal punto di vista numerico che di pericolosità.

L’effetto delle vaccinazioni
A questo proposito, come ha evidenziato l’HuffPost, è interessante dare un’occhiata allo studio in preprint coordinato dalla stessa Walker in merito all’impatto del piano vaccinale del Regno Unito sulla pandemia. Ebbene, nella ricerca intitolata The impact of SARS-CoV-2 vaccines on antibody responses in the general population in the United Kingdom, che ha preso in esame 350 mila cittadini nel periodo compreso tra dicembre e aprile, si evince che le infezioni da Covid-19 sono diminuite vistosamente dopo la prima dose dei vaccini Oxford-AstraZeneca o Pfizer-BioNTech. I numeri parlano chiaro: le nuove infezioni sono calate del 65% e, più nello specifico, quelle sintomatiche del 72% mentre quelle senza sintomi del 57%.
Le riduzioni delle infezioni e delle infezioni sintomatiche sono state ancora maggiori dopo la seconda dose, rispettivamente del 70% e 90%. Il Telegraph ha fatto notare che, a fronte della riapertura di scuole e negozi, negli ultimi sette giorni i contagi sono scesi del 7%, così come i decessi, diminuiti del 26%, e i ricoveri negli ospedali, in calo del 19%. “Penso che gli ultimi tre mesi abbiano dimostrato l’effetto combinato di blocco e vaccinazione, ma il blocco a lungo termine non è una soluzione praticabile, quindi i vaccini saranno chiaramente l’unico modo in cui avremo la possibilità di controllare questo a lungo termine”, ha spiegato la professoressa Walker.

Il futuro del Covid
Altro che mettersi le mani nei capelli per l’insorgere di nuove varianti, l’eventualità di assembramenti o le aperture dei negozi. Gli esperti britannici prevedono che le infezioni continueranno a scendere, fino ad abbassarsi al di sotto dei mille al giorno nell’arto di una settimana. Le mutazioni del virus, inoltre, non stanno creando problemi di sorta. Cosa dovremo aspettarci dal Covid? Nel caso in cui la situazione dovesse mantenersi costante, e sempre considerando quanto sta accadendo nel Regno Unito, potremmo presto assistere al passaggio del Sars-CoV-2 da una fase pandemica a una endemica. Significa, insomma, entrare in un contesto dove bassi livelli di infezione saranno la norma, e dove, al massimo, potranno esplodere focolai minori facilmente gestibili.
Un altro studio degno di nota si intitola Immunological characteristics govern the transition of COVID-19 to endemicity ed è stato pubblicato su Science. Gli autori della ricerca hanno ipotizzato che il tasso di letalità del Covid, una volta che questo sarà diventato endemico, possa crollare al di sotto di quello della banale influenza stagionale. A differenza dei fautori dell’improbabile soglia dei “casi zero”, il Sars-CoV-2 continuerà a circolare, seppur senza più avere a disposizioni armi affilate. I contagi continueranno, i casi saranno forse numericamente elevati, ma saranno anche molto meno gravi e più distribuiti nel tempo.

 

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