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Il Grande Sportello

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Il negozio chiude, apre una banca

Si può credere, mi si chiede, a chi ci dice che il peggio è passato? “Io sono poco convinto – scrive Ciro – perché ho chiesto alla banca un mutuo per la casa e la banca nicchia, dice che la crisi…”. Non c’è dubbio, intendiamoci, che vi sia qualche segnale di ripresa. In Europa per la prima volta da due anni in qua l’indice che misura la fiducia nell’economia è salito da quota 64,7 a quota 67,2. Per contro a deluderci provvede il Pil, il prodotto interno lordo. In questo 2009 va giù a picco: -4,4%. Dunque, i dubbi permangono. Una piccola e significativa riprova dell’incredulità si è avuta da un sondaggio televisivo lanciato venerdì 4 maggio da “Insieme sul Due”. Alla domanda: secondo voi siamo fuori dal tunnel? ben il 70% ha risposto no.
Sul sintomo-mutui ho sentito un direttore di banca per il quale nutro stima. Dice: “Fino a metà 2008 si è dato troppo a tutti, adesso prevale la prudenza, è stata ripristinata la regola aurea dell’80%. Alcuni istituti di credito si erano spinti a concedere per l’acquisto di una casa anche il 100% e per fortuna non hanno seguito l’esempio delle banche americane, che si sono rovinate. Ora siamo tornati alla normalità”. In altre parole, è finita l’epoca del mutuo facile.
Il collega Luca Ajroldi, un antesignano della informazione on line, che attraverso il sito Communicagroup registra le opinioni di migliaia di visitatori, è invece severissimo: “Che le banche abbiano chiuso i cordoni su tutto è vero: mutui casa, credito agli artigiani, alla media e piccola impresa. Dopo aver amministrato male e investito peggio i nostri soldi adesso piangono miseria. Hanno sperperato denaro, per esempio, con l’apertura di centinaia di nuovi, inutili sportelli. Ma, attenzione, le banche non sono povere. Le banche stanno benissimo! Approfittano della crisi per fare pulizia ed eliminare possibili rischi di mancati pagamenti e di ritardi”.
In effetti nessuno si spiega il proliferare degli sportelli. Fateci caso: come si chiude un negozio dopo un po’ compare nello stesso posto un’agenzia. Da 2-3 anni ci ripetiamo che non ci sono più soldi in giro e però assistiamo a questa moltiplicazione. Su che cosa si basa, sul niente? Sulla stretta creditizia il direttore di banca sembra anticipare un cambiamento di rotta: “L’anno scorso i sospetti su chi fosse più inguaiato con i titoli tossici delle banche d’oltreoceano avevano avvelenato i rapporti tra le nostre banche. Ora il terrore sembra svanito, lo Stato si è impegnato a non farle fallire e dunque le banche ricominciano a farsi concorrenza nell’offrire le migliori condizioni a chi vuole un prestito. Anche perché di questo campiamo, degli interessi sui prestiti”. C’è da credergli? E’
un sintomo anche questo da registrare. Di sicuro la luce, là in fondo al tunnel, appare ancora debole.

Antonio Lubrano (14-21/5/2009)

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