sabato 20 Luglio 2024

Il lascito ignobile

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Se questi sono uomini

Il mesto ritorno a casa di quella che doveva essere una nazionale ma che, come giustamente rileva mio figlio, con la gestione Abete-Prandelli era diventata una residenziale, è il giusto corollario di un’impresa ignobile. Ignobile nel doppio significato della parola, sia perché si è posta contro ogni nobiltà sia perché lo ha fatto nel modo più inverecondo.
Sì, perché ad un’azione mossa volutamente contro nobiltà (l’imposizione via calcistica dello Ius Soli e dell’italianità come forma turistica) si sono sommate una tal piccolezza d’animo e un’ipocrisia sdruciola e obliqua che sono la riprova di quel che significhi essere letteralmente ignobili.
Non ritornerò sul primo punto. Quando due anni orsono esortavo a boicottare gli azzurri prandelliani spiegando che venivano utilizzati come cavallo di Troia per annientare il concetto stesso di Nazione, rammento che furono pochi a non prendermi per un pazzo esaltato. Ora sono davvero in pochi a pensare l’opposto.

La nazionale residenziale
Il problema per tutti è (stato) Balotelli. Ma Balotelli è una vittima a sua volta, uno strumento, un parafulmine, come la Kyenge.
Si è giocato con lui – e con lei – per polarizzare e per lasciar credere che chi volesse mantenere a tutti i costi l’italianità doveva essere razzista biologico. E quindi per far leva sui sentimenti di colpa dei semplici (e spesso anche dei complicati) affinché il buon senso fosse scomunicato dalla comunità dei più.
Si è esagerato al punto di squalificare curve di tifosi perché avevano dato al Mario del figlio di puttana (razzismo!…)
Eppure, come dicevo allora, non si trattava solo di Balotelli che, comunque, è stato adottato. Si trattava di Balotelli nella misura in cui veniva imposto.
Si trattava però anche di Thiago Motta, di Osvaldo, come oggi di Paletta.
Giocatori mediocri scelti sempre al posto di giocatori italiani più forti e nazionalizzati perché l’Italia fosse dei “nuovi italiani”. Con una logica solo apparentemente simile a quella degli oriundi d’antan; lì si puntava sulla fierezza delle origini, qui sulla scelta della maglia, neanche si trattasse di un club.
E’ il servilismo dei proci. Rammentate quando vincemmo il mondiale in Germania battendo la residenziale transalpina delle banlieues? D’Alema e la Melandri si scusarono. Sì, si scusarono! Promisero che anche l’Italia sarebbe diventata presto multiculturale e multirazziale.
Peccato che in Francia, in Belgio, in Olanda, in Inghilterra, antiche potenze coloniali, ci sono milioni d’immigrati extraeuropei di varie generazioni che vivono lì e che giocano a pallone. Noi abbiamo dovuto inventarlo. Abbiamo fatto il compitino. Italioti!

Ignobiltà morale
L’ignobiltà non si è limitata a quest’operazione di denazionalizzazione ma si è estesa al piano morale.
Con un codice etico valido per tutti, ma più valido per tizio che per caio. Non valido mai per Balotelli. Valido sì per Chiellini, ma non oggi, forse domani, con le dovute eccezioni di lettura: “la sua gomitata non è stata un gesto violento!” E manco il morso di Suarez, allora, Prandelli, anche il calcio conosce la Nemesi.
Un codice morale valido quindi per tutti ma per ognuno diversamente.
Con, per la prima volta nella storia della nazionale (ma visto che era diventata una residenziale, forse non si possono fare paragoni con prima, perché prima era un’altra cosa) un ct che sparla dei giocatori che scarta dopo non averli neppure avvertiti.
Con un uomo che si mette in cattedra, che parla di valori sbandierando, o meglio lasciando sbandierare agli altri, le sue coraggiose scelte di vita del passato che pure sono state immediatamente contraddette da altre chiaramente opposte. Ma tutto è relativo nel codice etico di gente educata nell’alveo delle Acli, del sinistrismo cattolico, dell’immondizia etica che si rifà il trucco con la morale.
Cosa poteva trasmettere un uomo così a gente rabberciata, messa insieme senza equità, scelta non con criteri tecnici ma con opportunismo?
Cadaveri ambulanti neanche in grado di vedere la porta avversaria e men che meno di combattere. Gente graziata da Buffon e dall’arbitro. Perché il rosso di Marchisio c’è tutto ma c’erano anche il rosso per Balotelli prima e per Chiellini poi, con tanto di rigore, per la gomitata in faccia a Suarez in area. Sì, Suarez, ci si dice, l’aveva morso prima; ma questo non l’ha visto nessuno e siccome la prova tv non entra nello svolgimento della partita, l’arbitro ha potuto cogliere solo un fallo da espulsione e rigore e non se l’è sentita di fischiare, così come non se l’era sentita di farlo per una trattenuta su Cavani. Questo è tutto quello che ha offerto la nostra residenziale e l’immagine più oscena ed emblematica è quello di Chiellini che insegue l’arbitro per fargli vedere i segni del morso “mi ha fatto male signora maestra!”. Uomini? No, prandelliani.

Il capro espiatorio
E ora che ti fa la banda del buco?
Dice che Prandelli è un uomo eccezionale perché ha rassegnato le dimissioni. Dimenticano che lo fecero prima di lui degli uomini veri, come Cesare Maldini che non aveva mai perso sul campo o Dino Zoff che ha perso solo una finale. E dicono che il ct dimissionario ha sbagliato, poverino, nel riporre tutta la sua fiducia su Balotelli.
Questi esseri indicibili che parlano dagli schermi ,ovviamente questo non l’avevano mai detto prima.
Tutti ottosettembrini in tutto, non cambieremo mai.
Ora tutti a prendersela con Balotelli. “Non fa gruppo, è immaturo, è introverso”. Lo sapevate da sempre, se non ve ne foste accorti ve lo aveva spiegato Mourinho e lo aveva dimostrato anche ogni sua esperienza di club.
Ma adesso voi tacete e lustrategli gli scarpini!
Perché siete voi, voi tutti, che avete eletto un ragazzino immaturo a simbolo sociale, politico e culturale. Siete voi che gli avete perdonato tutto, che lo avete coccolato e protetto. Che vi siete eretti contro chiunque lo criticasse, tifoso, giornalista, giocatore, allenatore, bollandolo come razzista.
Siete voi che avete fatto un idolo di un ragazzino e che non avete permesso a nessuno di raddrizzarlo. E ora osate prendervela con lui? E no, signori. Se drogate qualcuno non potete poi chiamarlo drogato. Siete voi gli spacciatori e siete voi che dovreste sparire, tutti, dalla vista degli italiani.
Purtroppo non lo farete e purtroppo qui da noi non ci sarà mai una rivoluzione, non ci saranno ghigliottine.
Ogni volta che guardo le vostre facce e che ascolto le vostre morali ipocrite dico soltanto: peccato!

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