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Il Macron turco

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In gravi difficoltà interne mentre realizza capolavori in politica estera

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si prepara ad affrontare nelle elezioni del prossimo 14 maggio la sfida di una seconda riconferma, che pare tutt’altro che scontata, e lo fa con la presentazione di un manifesto elettorale. La proclamazione del manifesto è arrivata da un palazzetto dello sport di Ankara gremito all’inverosimile.

Erdogan, affiancato dalla moglie Emine, è arrivato su un palco illuminato come se si trattasse di un concerto, da dove ha arringato la folla per 90 minuti. Le prime file occupate dalle alte sfere del partito, poi parlamentari e candidati alle prossime elezioni, dietro e sugli spalti sostenitori convinti e abbastanza scatenati cui Erdogan ha subito chiesto attenzione perché “il lavoro più importante sarà spiegare il manifesto faccia a faccia alla gente, nelle case, strade e quartieri”.

Al centro del manifesto l’economia, tema essenziale del dibattito in Turchia, anche perché Erdogan si è intestardito in una politica di taglio degli interessi che ha portato l’inflazione alle stelle. Ora il presidente promette di far scendere l’inflazione “a cifra singola” (attualmente al 50%, 5 mesi fa al 100%) e la creazione di 6 milioni di posti di lavoro in 5 anni. Dopo aver alzato per tre volte il salario minimo in un anno e ritoccato pensioni e contratti pubblici, ora Erdogan promette di portare il minimo di stipendio da 10.600 lire attuali (circa 500 euro) a 16.000.

Altro obiettivo è portare il volume di esportazioni del Paese dai 254 miliardi di dollari attuali a 400 e le entrate del turismo a 100 miliardi di dollari attraverso nuovi investimenti. Per gli studenti Erdogan promette di azzerare le tasse sull’acquisto di telefoni cellulari e computer, per i più poveri una nuova struttura di assistenza sociale. Sempre per le fasce più a rischio il programma prevede una ‘Banca della famiglia’, finanziate dalle entrate garantite dal gas.

Una banca pensata per dare sostegno “materiale e morale” ai nuclei familiari tradizionali. Erdogan, durante i 90 minuti, non manca di lanciare una frecciata ai movimenti Lgbt e ricordare che il “nucleo familiare sarà protetto da movimenti deviati”. L’energia è un altro dei temi cruciali in un Paese costretto ad acquistare per la quasi totalità l’enorme quantità di gas consumato.

Erdogan ha ricordato che presto la centrale nucleare di Akkuyu sarà operativa e che il gas scoperto nel Mar Nero nel 2018 inizierà a raggiungere la terra ferma. Non poteva mancare un riferimento all’enorme disastro seguito il terremoto dello scorso febbraio.

Nei giorni seguenti al sisma Erdogan aveva promesso che la ricostruzione sarebbe avvenuta entro un anno. Nella giornata di martedì ha promesso che 319 mila case saranno costruite entro un anno, 650 mila durante i 5 anni del mandato con cui chiede ai turchi il via libera a mantenere un potere esercitato da premier tra il 2003 e il 2014 e da presidente della Repubblica dal 2014 a oggi. 

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