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Il muro antifascista della vergogna

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Il clamoroso fallimento comunista proclamato 59 anni fa

 

Il 13 agosto 1961 il governo comunista di Berlino Est, a capo della Germania orientale occupata dai russi, erige a Berlino un muro per impedire la continua emorragia di persone in fuga verso ovest,
Senza computare i tantissimi che già lo avevano fatto fuggendo davanti all’avanzata sovietica, dal 1949 al 1961 passarono da est ad ovest oltre due milioni e mezzo di tedeschi. Solo nel primo semestre del 1961 furono centotrentamila, ovvero ottocento al giorno. I comunisti allora eressero il muro “antifascista” per proteggere l’est dalle minacce fasciste….
Frenarono così un’emorragia che però, malgrado le carcerazioni, le uccisioni (138 mentre cercavano di passare il muro, più un altro centinaio su altri itinerari) portò comunque altri 220.000 cittadini a passare ad ovest prima che nel 1989 il muro cadesse.
Sigillato il muro della vergogna, una strategia comunista per il sovvertimento dell’intera Germania si attivò con scientifico zelo. La DDR (l’est comunista) affidò praticamente per intero la direzione dei suoi apparati alle cellule degli ambienti comunisti che erano stati della Luxembourg e prossimi a Trotsky.  La Stasi venne suddivisa in due tronconi, l’HA (controspionaggio interno) guidata dallo stalinista Erich Mielke e l’HVA (destabilizzazione esterna) che era capeggiata da Markus Wolf, amico personale di Henry Kissinger, inserito saldamente negli ambienti trozkisti, operaisti, insurrezionalisti, attivi sia all’ovest che nel Terzo Mondo con notevoli connivenze e coperture nelle strutture dell’Onu. Wolf e l’HVA della Stasi operarono praticamente al cuore del terrorismo e del sovversivismo mondiale, spesso a braccetto con il Mossad, e con oggettive convergenze da parte americana ed inglese, ancor più che sovietica, che pur non mancò.
Perfino un Cancelliere occidentale, Willy Brandt, ex comunista e dirigente dell’Internazionale Socialista (in larga misura trozkista) partecipò alla strategia di sovvertimento internazionalista che venne interrotta dall’arresto del suo vice, Guillaume, scoperto come spia della Sasi.
Il comunismo, fallito nel popolo, rimase comunque questione elitaria e, dopo l’unificazione, si è introdotto in modo sostanziale nell’oligarchia tedesca.

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