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Il terzo scenario

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Come dicevamo, ora la Cina propone un G3 con gli Usa e l’Europa

Solo poche ore fa scrivemmo come le prospettive mondiali si racchiudano in tre scenari. Uno improbabile (la guerra mossa dagli Usa alla Cina) e due diversamente probabili: una Jalta globale tra Washington e Pechino e un multipolarismo anomalo con tre players dominanti (Usa, Ue e Cina) https://noreporter.org/index.php/alterview/29438-la-lezione-di-bruxelles
Una conferma della nostra analisi ci viene proprio dalle due sponde del Pacifico, per conto degli analisti collegati al Partito-Stato asiatico e alla Casa Bianca.

I cinesi sono fiduciosi
Dalla Cina si considera molto improbabile lo scontro, perché sono consapevoli di quanto esso sia inviso non solo agli alleati degli americani ma a gran parte dell’industria e della finanza Usa.
Pechino non intende quindi prendere iniziative burrascose per Taiwan proprio per non cadere nel gioco americano che vorrebbe alzare la tensione per bruciare i tempi del contenimento tecnologico cinese che, si badi bene, finora riguarda solo i chip di alta fascia usati per le applicazioni militari mentre, per le importazioni, concerne solo il 2% dei semiconduttori provenienti dalla Cina, tra cui non rientrano quelli per computers e cellulari.
I cinesi sono fiduciosi perché hanno dalla loro al contempo la propria crescita e l’intreccio degli interessi mondiali. E si considerano arbitri del futuro globale.

L’Europa nel G3
Così dal CCG (Centro per la Cina e la Globalizzazione), si mantiene il dialogo con l’AIG (American International Group) ispirato dall’intramontabile Kissinger e si sostiene che il nuovo tentativo di governare la globalizzazione verrà dalla Via della Seta, il cui sviluppo multilaterale potrebbe portare all’estensione agli Usa nella governance.
Ma non è tutto. A livello più alto si suggerisce un G3, formato da Usa, Cina e Ue, in cui quest’ultima agirebbe da “efficace equilibrio per le relazioni sino-americane”. E “le tre potenze dovrebbero cercare aree di cooperazione economiche, politiche e di sicurezza”,
Questa, ben distante dagli antioccidentalismi isterici, esaltati e  straccioni, è la visone multipolare di Pechino.
L’analisi si fa ancor più interessante perché mentre si diffida del rinnovato controllo americano in Europa determinato dalla follia russa in Ucraìna, si sottolinea quello che avevamo già notato e scritto noi stessi, ovvero che “il Next Generation Eu (Ue) da 750 miliardi segna un nuovo livello di sovranità e l’avvio dell’accordo CAI sugli investimenti con la Cina è un segnale di autonomia”.

Frenano gli americani
Come anticipavamo, l’Europa è chiamata a un ruolo fondamentale; su questo sono recalcitranti gli americani che ritengono, non senza motivazioni, che l’Europa sia troppo divisa e che “non sarà matura per i prossimi 20-30 anni”.
Ciò è certamente vero ma, come spiegavamo, non è preorogativa esclusivamente europea perché gli altri due players (Usa e Cina) sono anch’essi pieni zeppi di contraddizioni, conflitti interni ed interessi divergenti con i quali sono chiamati costantemente a fare i conti.
È evidente che sono gli Usa a cercare disperatamente di tenerci indietro per giocarsi  tempestivamente le carte al fine di costituire un nuovo duopolio anomalo con la sola Cina.
Tutta l’azione dell’Amministrazione Biden verte su quello: contenere l’Europa mentre si cerca di contenere la Cina nella speranza di lasciare la prima fuori dai giochi e mantenere la seconda come tale, così come fu fatto in passato con Mosca, quando questa contava.
Si noti che nessuno, né in Cina né in America, degna della minima attenzione il ruolo della Russia, ridotta a nano politico ed economico mondiale, che gli americani muovono con la telecinesi come un pupazzo e adoperano come provvidenziale spaventapasseri, mentre la Cina se la rosicchia giorno dopo giorno.
Le prospettive per l’Europa – e per Roma – sono invece concrete e promettenti.
Resta da vedere quale sarà l’Europa che arriverà all’appuntamento con la storia. Ma non basta osservare perché – disfattisti, fatalisti e vinti esistenziali si astengano – la sua forma e la sua anima dipendono anche da noi.

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