giovedì 26 Dicembre 2024

Il fatto. L’instabilità irachena avvantaggia i petrolieri

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La corsa in avanti del grezzo ha battuto ogni record. Gli analisti nel campo si attendono ulteriori aumenti vorticosi. Tutte le cause del fenomeno

Gli analisti sembrano incapaci di predire a che punto si arresterà l’aumento vorticoso del petrolio che vola di record in record a New York.


Il barile di grezzo ha chiuso venerdì, con un rialzo di 30 centesimi, a 41 dollari e 38 sul New York Mercantile Exchange, un nuovo record storico che polverizza quelli dei giorni immediatamente precedenti.


Durante la seduta il prezzo era salito fino a 41,56, record assoluto, il precedente record in seduta, di 41,15 essendo stato stabilito il 10 ottobre 1990 alla vigilia della prima guerra del Golfo.


“Una combinazione di fattori ha prodotto quest’impennata senza precedenti: noi abbiamo una forte domanda sostenuta da una forte crescita energetica in Cina e negli Stati Uniti, e dovuta ad un forte rischio geopolitico in Nigeria e in Venezuela dove potremmo assistere a perturbazioni della produzione quest’estate” – spiega Jim Burkhard, analista del Cambridge Energy Institute.


“Ma il principale cambio da qualche settimana a questa parte” – spiega – “è l’instabilità in Iraq e in Arabia Saudita” a causa degli attentati commessi contro installazioni petrolifere nelle ultime tre settimane in questi paesi. Questo ha spaventato il mercato che già era inquieto per la situazione irachena”.


In tre settimane il rialzo del grezzo si è accelerato, ha preso circa 6 dollari.


Gli esperti si attendono che i prezzi continuino a correre. Per Steve Bellino, analista di Fimat, dovrebbero raggiungere i 43 dollari. Burckhard prevede che superino il tetto dei 45.



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