Home Alterview Il “Quarto Vuoto”, nuova frontiera energetica

Il “Quarto Vuoto”, nuova frontiera energetica

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Riad. Ministro al-Naimi, quanto vuoto è il Quarto Vuoto, il Rub al-Khali? < Forse sulla sua superficie non c'è niente tranne un mare di sabbia, ma il suo sottosuolo è pieno di greggio>, risponde Ali al-Naimi, ministro saudita del Petrolio.

<Ne stiamo già producendo mezzo milione di barili al giorno e siamo convinti che presto troveremo anche grandi riserve di gas. No, non credo proprio che quel pezzo di deserto sia vuoto: penso sia invece traboccante di potenzialità>.


Il Rub al-Khali o <la sabbia>, come lo chiamano semplicemente i beduini che temono di attraversarlo con le loro carovane, è il deserto assolutodi 362mila chilometri quadrati nel sud-ovest dell’Arabia Saudita, diventato ora la nuova frontiera energetica del Paese. Più del petrolio è il gas che al-Naimi conta di trovare in gran quantità. E’ per questo che l’esplorazionedi quel deserto è stata aperta alle compagnie straniere. La russa Lukoil ne esplorerà 29.900 chilometri quadrati, i cinesi di Sinopec 38.800, l’Eni e la spagnola Repsol 52.000.


Ma è evidente che il petrolio resterà per un numero incalcolabile di anni il supermotore dell’economia saudita. Nel 2003, a maggio, era stato raggiunto un picco di produzione giornaliera di 9 milioni e mezzo di barili; sceso a 8.35 alla fine dell’anno. Anche se al-Naimi non è completamente d’accordo, sono tutte ottimistiche le previsioni sulla domanda di greggio nell’immediato futuro.


Vere o false che siano le aspettative, in ogni caso il governo saudita ha già previsto che un calo della produzione nel 2004 provocherà una contrazione dell’economia, attenuata e forse superata sopratutto dalla crescita del settore privato nazionale e della produzione industriale non petrolifera.


Il Rub al-Khali, comunque, continuerà ad essere la frontiera di nuove speranze energetiche. Nelle intenzioni saudite la produzione del gas estratto dal gigantesco Quarto Vuoto non sarà destinata all’esportazione, come fanno in Qatar e negli Emirati che confinano proprio con l’area che dovrà esplorare l’Eni. Entro pochi anni al-Naimi vuole raddoppiare fino a 14 milioni di piedi cubi al giorno, l’attuale produzione di gas, per ottenere l’energia necessaria agli impianti di desalinizzazione e dell’industria chimica.


Con l’uso del gas i sauditi calcolano di risparmiare un sesto degli 8 milioni di barili di petrolio che vengono prodotti ogni giorno. A meno che il Rub al-Khali non dimostri di essere più pieno di quanto lo stesso al-Naimi sia convinto, per un tempo indefinibile è escluso che il gas saudita possa essere destinato all’esportazione.

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