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Immortali

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Viandante che ti rechi ad Acca Larentia, ricordati di Sparta per la quale Essi caddero.
Lo so. Per te oggi è quasi un giorno di festa perché stai con i tuoi camerati, venuto magari dalla Calabria, dal Veneto, dal Piemonte. Probabilmente Essi di cui ti sei fatto una qualche idea ti danno forza, ti fanno credere eterno, invincibile, per proprietà distributiva.
Non mi metterò di certo a fare le pulci a quei comportamenti collettivi, ormai ripetitivi, talvolta cerimoniali e mai rituali di questo 7 gennaio romano.
C’è del pessimo, ovviamente.
Ci sono le rivalità tra gruppi, gruppuscoli, partiti, movimenti, sette. C’è il confronto e ci si sfida a chi ce l’ha più lungo, a chi è più gorilla.
C’è lo struscio sul luogo del martirio.
Troppo spesso i Caduti sono un pretesto per muoversi e un trofeo da sbandierare.
Ma so che non è solo questo, so che nel profondo del tuo cuore cerchi di capire, di annullarti in una fusione sacrale, metafisica.
Purtroppo – così vogliono i tempi – è un materialismo cieco che prevale su tutto e su tutti.
Accettalo ma sublimalo.
Prova a pensare a Loro come ai fiori di ciliegio dalla vita breve e dalla purezza assoluta, come i Samurai.
Prova a pensare a Loro nel vento, nel sole, nella terra, nelle vene.
Prova a immaginare cosa significhi – metafisicamente – essere Eroi.
E al termine della tua cerimonia di gruppo prova a chiudere gli occhi, prova a riflettere senza pensare. Se puoi, soprattutto se sei solo e non sei in piazza, accendi un lume e lascialo brillare.
Comprenderai che cosa significa Presente!

 

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