Home Colored Ingroia amaro

Ingroia amaro

0

Forse davvero ad Antonino Ingroia sarebbe convenuto accettare quell’incarico ad Aosta. Tornare nuovamente a vestire la toga da pubblico ministero. Per occuparsi d’altro. E ripartire. Mettendo un punto e tanta strada tra sé e quella passione politica sistematicamente frustrata dalle urne. Addio non solo alla Rivoluzione (e all’Azione) civile ma anche a una certa idea di impegno che mal si sposa con i precedenti incarichi in magistratura. E invece rieccolo, Ingroia, tra i comprimari del melodramma siciliano. Fu proprio Crocetta a salvarlo da Aosta chiamandolo in prima battuta a guidare la società di riscossione dei tributi dell’Isola (assegnazione non andata in porto) e quindi la Sicilia E-servizi, partecipata regionale che si occupa dell’informatizzazione degli uffici. Incarico non politico, si dirà. Anche se poi tutto ciò che attiene alla leve di comando è politica.

E poi: dove c’è un uomo di potere germoglia anche un cerchio magico. A sentire ciò che dichiara al Corriere il segretario regionale del Pd Fausto Raciti, di quel conclave ristretto tanto influente sul governatore faceva parte anche l’ex pm. Vero, falso? Non occorre una lettura in filigrana per capire che su di lui Crocetta abbia contato. E viceversa. C’è chi la definisce l’egemonia degli sconfitti. Un modo, da parte della ex toga, per continuare a incidere seppure dall’esterno del teatrino, senza quel biglietto di ingresso validato dal passaggio nell’urna. Ingroia in questi giorni ha marcato le distanze. Da Matteo Tutino, innanzitutto. Dichiarandosi un semplice «conoscente» del chirurgo che tanti guai ha procurato al governatore. Ma anche da quella presunta intercettazione dell’ Espresso , sostenendo che la smentita del procuratore chiude il caso. Arriveranno altre smentite e smarcamenti. Resta evidente la voglia di far politica anche con altri mezzi.Forse davvero ad Antonino Ingroia sarebbe convenuto accettare quell’incarico ad Aosta. Tornare nuovamente a vestire la toga da pubblico ministero. Per occuparsi d’altro. E ripartire. Mettendo un punto e tanta strada tra sé e quella passione politica sistematicamente frustrata dalle urne. Addio non solo alla Rivoluzione (e all’Azione) civile ma anche a una certa idea di impegno che mal si sposa con i precedenti incarichi in magistratura. E invece rieccolo, Ingroia, tra i comprimari del melodramma siciliano. Fu proprio Crocetta a salvarlo da Aosta chiamandolo in prima battuta a guidare la società di riscossione dei tributi dell’Isola (assegnazione non andata in porto) e quindi la Sicilia E-servizi, partecipata regionale che si occupa dell’informatizzazione degli uffici. Incarico non politico, si dirà. Anche se poi tutto ciò che attiene alla leve di comando è politica. 

Nessun commento

Exit mobile version