Home Storia&sorte Inquisitore sarà lei!

Inquisitore sarà lei!

0

Ricercatori del Vaticano cercano di sminuire i crimini dell’Inquisizione: “solo” un centinaio i casi di roghi ordinati dallo storico tribunale contro i 50 mila dell’era moderna. Ma tra un fanatismo omicida religioso ed uno laico è proprio necessario scegliere?

ROMA – L’Inquisizione torturava, ma non così tanto e non crudelmemente quanto si pensa. Sono le conclusioni a cui è giunto Agostino Borromeo, curatore del volume di atti del simposio vaticano sull’Inquisizione presentato oggi in Vaticano. Secondo i dati di Borromeo, su 125.000 processi dell’Inquisizione spagnola, solo 59 «streghe» sono finite sul rogo; l’Inquisizione portoghese ha invece bruciato 4 persone e quella italiana 36. «Se si sommano questi dati – ha commentato Borromeo – non arriviamo neanche ad un centinaio di casi, contro i 50.000 di persone condannate al rogo, in prevalenza dai tribunali civili, su un totale di 100.000 processi (civili ed ecclesiastici) celebrati in tutta Europa nell’età moderna».










STREGHE – Dati interessanti anche sulle esecuzioni di «streghe». Furono più numerose nei Paesi protestanti che in quelli cattolici: mille in Italia, su più di 13 milioni di abitanti, 4000 circa in Francia su venti milioni, 25mila in Germania su 16 milioni di abitanti. La «ricchezza dei dati forniti» dal convegno organizzato in Vaticano, a giudizio di Borromeo, «consente di rivedere alcuni luoghi comuni assai diffusi tra i non specialisti: il ricorso alla tortura e la condanna alla pena di morte non furono così frequenti come si è per molto tempo creduto». «Oggi che si studia l’Inquisizione non più per difendere o attaccare la Chiesa – ha aggiunto Borromeo – il dibattito può tornare su un piano scientifico, e la documentazione accessibile lo consente».

MEA CULPA – La determinazione del Papa a voler fare il «mea culpa» giubilare è stata confermata dal cardinale Etchegaray, presidente del comitato per il giubileo del Duemila. Il cardinale Cottier, presidente della commissione storico-scientifica che ha curato il convegno, ha sottolineato che le «perplessità» di alcuni prelati sulla opportunità di chiedere perdono per le colpe della chiesa era diffusa tra gli eccles

Exit mobile version