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Io posso bombardaren!

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La Germania, zitta zitta…

La Germania punta all’armamento missilistico, in quanto le politiche europee sembrano incalzare il ruolo da leader della Repubblica tedesca che, messa sotto pressione dal partner francese, affila le unghie nel voler delineare il suo ruolo centrale in Europa.
Secondo Sebastian Sprenger di Defense news, proprio in queste settimane sembra si stiano concludendo gli accordi di Berlino con Mbda in partnership con la Lockheed Martin, su un contratto di armamento per il sistema di difesa antimissile Tlvs. L’obiettivo della Germania è l’ampliamento delle capacità balistiche a medio e lungo raggio. Ciò prevede inoltre, la costruzione di una base di lancio dedicata al Tactical Air Defense System contro i missili ipersonici. Ma, sebbene la volontà tedesca preveda anche lo svecchiamento della flotta Patriot e di altri comparti terra-aria, esisterebbero enormi difficoltà sui costi ed i rischi associati al programma che di fatto interrompono le trattive ed il piano di sviluppo strategico del governo. Alle problematiche tecniche si aggiungono anche i dissapori di politica interna che impantanano la Germania sulla policy militare. Questo fattore relega i tedeschi ad un ruolo di spalla della superpotenza francese, che risulterebbe infatti in cabina di regia anche nella costruzione di missili di nuova generazione. La politica industriale-cognitiva di Parigi è risultata ancora una volta vincente, in quanto l’abilità d’inserirsi in punti chiave dell’industria bellica, vede oggi Berlino costretta a richiedere tecnologia per sostenere la sua difesa, proprio come sta accadendo con il colosso Mbda.

Ma chi c’è dietro Mdba?
La Mdba nacque nel 2001, con lo scopo di creare il primo missile europeo. In origine le fusioni videro nel 1996 la società francese Matra Défense e la BAe Dynamics, inglese, creare Matra BAe Dynamics. Successivamente si ebbe il connubio tra l’Alenia Difesa e la britannica General Electric Company
che diedero vita all’Alenia Marconi Systems. Poco dopo, sempre la Francia con la società Aérospatiale e Matra, costituirono un solo corpo chiamandolo “Aérospatiale-Matra”.
L’unione finale per la realizzazione di Mbda vide il matrimonio di tre grandi colossi, ovvero Matra BAe Dynamics, (al 50% di proprietà dell’European Aeronautic Defence and Space Company e l’altro 50% di BAE Systems), con l’Aérospatiale-Matra Missiles, (invece sotto il controllo di EADS) e l’Alenia Marconi Systems, (al 50% di Finmeccanica e 50% da BAE Systems).
Il planning successivamente, previde anche l’assorbimento di un gruppo tedesco, chiamato LFK GmbH e la costituzione di un quartier generale in Francia, nel comune di Le Plessis-Robinson. Attualmente i numeri del piano finanziario MBDA sono da capogiro, essi si assestano infatti intorno ai 3,6 miliardi di euro di ordini, 3,7 di fatturato ed un backlog a 17.5 miliardi.

La Germania militare oggi
Ben lontano quindi, dalla forza bellica della Seconda guerra mondiale, Berlino si trova con un organico militare totalmente da riorganizzare. Sebbene sia considerata la seconda forza europea, è evidente che le politiche interne del dopoguerra si siano concentrate meno su un assetto riorganizzativo militare, grazie anche alla presenza Usa sul territorio. Durante la Guerra fredda, infatti, Washington contava in Germania circa 200mila unità, instaurando il quartier generale dell’European Command a Stoccarda. Tale operazione tendeva anche alla difesa della parte Ovest ed al monitoraggio degli ex territori della Ddr, dove l’America non aveva basi.
Attualmente, malgrado la sua politica di armamento missilistico offra un segnale di risveglio, i numeri rilasciati dal Report on the operational readiness of the Bundeswehr – primary weapons systems, rivelano non solo l’attuale situazione militare di Berlino ma delineano, in verità, la totale fragilità di tutto il sistema di difesa europeo. Gli indici Nato 2019 confermano infatti tale teoria, attestando solo gli Stati Uniti impegnati al 3,42% della spesa bellica, seguita dalla Bulgaria 3,25%, Regno Unito 2,14% Grecia 2,,28%, Estonia 2,14% Romania 2,04%, Lituania 2,03%, Lettonia 2,01% e Polonia. Italia e Germania, rispettivamente al 1,22 e 1,38%; Belgio, Lussemburgo e Spagna neanche all’1%.

In conclusione, sembra anche probabile che le recenti politiche riorganizzative di Mosca nel rafforzamento di Sebastopoli, abbiano potuto influenzare le scelte di armamento dì Berlino, più preoccupata per un eventuale escalation euro-asiatica, che alla corsa per la leadership europea. Questo alimenta il reale timore che i nuovi interessi geo-economici, dettati anche dalle nuove alleanze, oltre a minare la Pace mondiale potrebbero rivelarsi devastanti per la sicurezza europea.

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