LE RELAZIONI
Casaggì Firenze
Sabato 5 febbraio 2011, a Firenze, è stata scritta una pagina di storia. In una città che l’oltranzismo progressista sbandiera come propria roccaforte, diverse migliaia di persone hanno sfilato sotto le insegne tricolori per ricordare i martiri delle foibe e gli esuli istriani, giuliani e dalmati.
Hanno sfilato silenziosi e composti, in un numero che questa città non aveva mai conosciuto nella manifestazioni promosse dalla destra politica. Hanno sfilato emozionati, quasi increduli nel guardarsi attorno e vedere quante cose sono cambiate in questi anni. Ciò che un tempo era tabù è oggi una realtà concreta, viva, reale. La memoria di chi è stato ucciso senza colpa non è più relegata ai margini, ma sta entrando a far parte del vissuto quotidiano di un popolo, come hanno testimoniato le decine di tricolori sventolate al nostro passaggio da finestre e balconi.
La commozione dei sopravvissuti all’esodo e dei familiari delle vittime assassinate dai partigiani comunisti titini si è unita a quella delle migliaia di cuori liberi che spontaneamente hanno risposto al richiamo della piazza. C’erano davvero tutti: generazioni di militanti fianco a fianco, famiglie coi bambini per mano, giovani e giovanissimi in prima fila, cittadini ed esponenti politici di ogni livello. In piazza non c’era una fazione riottosa o una costola di partito: c’era il popolo in tutte le sue sfumature.
Il richiamo di Casaggì, che come ogni anno ha lanciato il corteo risvegliando Firenze dal solito torpore, ha trainato tutto e tutti. Ed è stato un fiume in piena, di quelli che difficilmente si dimenticano. Le minacce cadute nel vuoto ed i contro cortei con un decimo dei nostri partecipanti, poi, sono la ciliegina sulla torta di una giornata memorabile.
Una giornata partecipata e fitta di gente, ma che è stata resa possibile da chi si è letteralmente sacrificato alla causa per un mese intero tra volantinaggi, affissioni, assemblee, conferenze, riunioni, manifestazioni, dibattiti e azioni di propaganda.
Una giornata resa possibile dalla partecipazione delle migliori realtà identitarie che questa Toscana non conforme ha messo in piedi: trasversalmente e con il migliore spirito di sempre. Un grazie, ovviamente, ai militanti di Casaggì, ai ragazzi della Giovane Italia, di Studenti per le Libertà, di Azione Universitaria, di CasaPound, Colle Oppio e Nes; ai tanti fratelli che popolano che questa grande Comunità di destino e di lotta; a chi non ha mai mollato un metro e non ha mai chiesto niente, donando sé stesso a qualcosa di più grande. Un grazie, infine, a Giorgia Meloni e Anna Grazia Calabria, che ci hanno onorati della loro presenza e delle loro parole.
Una bellezza terribile è in marcia, con buone gambe e una tremenda voglia di camminare.
Casa Pound Toscana
Come annunciato CasaPound Toscana ha preso parte al corteo in Ricordo dei Martiri delle foibe tenutosi a Firenze che ha sfilato sabato pomeriggio su una delle arterie principali del centro città.
Oltre 1000 persone hanno marciato in silenzio stringendosi intorno al ricordo dei nostri connazionali e fratelli gettati nelle foibe vivi o precedentemente uccisi,dai partigiani jugoslavi coadiuvati da quelli italiani della Brigata Garibaldi.
Il corteo ha visto la partecipazione oltre a CasaPound Toscana, di Casaggì, Giovane Italia e di tantissimi cittadini scesi in piazza per unirsi al Ricordo, tutti stretti attorno al Tricolore orgliosamente sventolato da ognuno dei partecipanti.
CasaPound Toscana, che ha sfilato come di consueto posizionandosi in coda la corteo con circa 300 unità, ha esibito anche i vessilli di Istria, Fiume e Dalmazia accompagnati da un grande un tricolore, atto a rivendicare inequivocabilmente l’italianità di quelle terre.
Giunti a Largo Martiri delle Foibe è stato intonato dai partecipanti l’Inno di Mameli accompagnato da 3 fumogeni,uno verde, uno bianco e uno rosso, che hanno illuminato la piazza riportando il pensiero ancora una volta ai nostri Martiri e agli Esuli di Istria, Fiume e Dalmazia. A seguire, scandendo alcuni cori, abbiamo espresso la nostra contrarietà alla vulgata negazionista, abbiamo ribadito rispetto e onore per i nostri martiri e per gli esuli giuliano-dalmati ed abbiamo concluso col classico “Istria, Fiume e Dalmazia nè Slovenia nè Croazia”.
IL VIDEO DEL CORTEO DA PARTE DELLA GIOVANE ITALIA:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=j_5alN3ZB4w