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Italia in disarmo

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E’ crollato l’export italiano del settore

La crisi economica mondiale si è fatta sentire su molti settori industriali e quindi non ha risparmiato nemmeno quello delle armi. Le commesse italiane per la costruzione di armi hanno registrato una flessione di 3,5 mld di euro per il colosso italiano che gestisce l’83% del business. Si tratta della Finmeccanica, che come tutti ricorderanno, nel 2009 in consorzio con Lockheed vinse la commessa per la costruzione dell’elicottero presidenziale statunitense, il Marine One. In quell’occasione, l’amministrazione Obama, nell’intento di tagliare i costi della Difesa fece saltare la commessa e l’elicottero presidenziale targato Italia non prese il volo.
Questo episodio forse è stato il più eclatante, ma sono i numeri a parlare chiaro. Dalla relazione sul controllo delle esportazioni militari a cura della Presidenza del consiglio è emerso che il valore degli armamenti esportati nel 2010 si è dimezzato rispetto all’anno precedente.
Il Ministero degli Affari Esteri rileva dal canto suo che la difficoltà è a livello mondiale visto che la crisi ha prosciugato le casse degli Stati e quindi non si spendono più soldi per la Difesa. I partner internazionali con cui fanno affari le imprese italiane sono gli arabi e sceicchi ed emiri lo scorso anno, hanno contribuito a rimpinguare le casse delle imprese tricolore per circa un miliardo di euro.
Anche l’Algeria ha dato il suo contributo con 343 milioni e l’Italia. Secondo i documenti forniti dalla Farnesina, il made in Italy degli armamenti è arrvato in Bangladesh, Brasile, Romania e Spagna ed anche in Cina.

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