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Italy for sale

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I grandi risultati di questa classe dirigente d’obbedienza inglese che ci fa credere che il nostro problema sono i tedeschi

Un manipolo di vedove scozzesi, preti presbiteriani e combattivi maestri dell’Illinois sta ridisegnando in questa primavera 2014 la mappa del potere economico di Piazza Affari.
La borsa tricolore è stata per quarant’anni una riserva di caccia con due soli protagonisti: i salotti buoni – un groviglio di patti di sindacato e partecipazioni incrociate tra banche e famiglie incaricato di gestire gli affari dei soliti noti – e le aziende di Stato. Oggi il vento è cambiato. Gli ex-poteri forti, fiaccati dallo sfarinamento delle dinastie industriali, dai prestiti in sofferenza e dalla crisi, sono a corto di quattrini. E in virtù dell’aurea legge (“Articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto”) coniata da Enrico Cuccia, il deus ex machina di questo mondo, il listino milanese ha trovato il suo nuovo padrone: i grandi fondi esteri. Un universo magmatico a molti volti – tra cui quello delle mitiche Scottish Widows, i fondi delle parrocchie presbiteriane e i gestori dei risparmi dei professori dell’Illinois – che in un mese, con un uno-due violento quanto inatteso, ha spazzato via i cocci del capitalismo di relazione tricolore e ha messo ko all’assemblea dell’Eni e di Finmeccanica il Tesoro italiano.

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