Home Storia&sorte Juan Ignacio

Juan Ignacio

0


Trent’anni fa il dirigente del Frente de la Joventud venne assassinato a Madrid dalle forze speciali

Trent’anni fa, il 12 dicembre 1980, sul portone della sua casa madrilena, venne assassinato a colpi di pistola Juan Ignacio Gonzalez Ramirez, segretario nazionale del Frente de la Joventud.
Che a ucciderlo siano stati corpi speciali terroristici di polizia non c’è praticamente mai stato dubbio.
Sul finire del 1980 la Spagna sta attraversando un delicatissimo periodo di mutazione.
Da due anni il regime franchista, dopo una breve transizione guidata da Suarez alla morte del Caudillo, è stato soppiantato da una costituzione democratica entrata in vigore il 6 dicembre 1978.
La Spagna fa gola a molti ed è anche terreno di scontri internazionali (in particolare con Inghilterra e Marocco); intrattiene inoltre relazioni strette con l’America Latina, relazioni che di lì a qualche anno saranno capitalizzate con l’assunzione di un importante ruolo spagnolo nel narcotraffico e nel narcoriciclaggio internazionale. L’egemonia sul mondo iberico è contesa da Gran Bretagna, che ha un’influenza netta sui “popolari” di Fraga Iribarne e Usa, che esercitano il loro controllo mediante i socialisti. Una breve tregua, “democristiana”, non potrà durare a lungo e si dovrà decidere su quale polo d’attrazione si orienterà la nuova Spagna a sovranità limitata.
Una soluzione sovranista è fuori discussione da quando, sette anni prima, sempre in dicembre, è stato assassinato il delfino di Franco, Luis Carrero Blanco ad opera dell’Eta, sotto l’occhio vigile e compiacente dell’ambasciata americana in Spagna.
Carrero Blanco è colpevole di avere appena rifiutato le basi spagnole per sostenere Israele, in gravi difficoltà durante la Guerra del Kippur (6-22 ottobre 1973). Per le stesse ragioni quattro mesi più tardi (25 aprile 1974) verrà rovesciato il primo ministro portoghese, Caetano, con la “Rivoluzione dei Garofani”. All’omicidio di Carrero Blanco non è estranea un’organizzazione spionistica internazionale basata a Bruxelles, di marca israeliana, nome in codice, Think Tank. D’altronde l’Eta, oltre ad avere un continuativo e solido sostegno inglese, ha relazioni strette con il terrorismo trozkista francese che persegue una linea israelo-americana 1
Siamo nel periodo della “guerra mediterranea” che sta insanguinando l’Italia e la Francia a colpi di stragi indiscriminate volte, tutte, ad assicurare che gli equilibri degli “alleati” siano sempre precari, affinché Tel Aviv possa rivendicare il suo ruolo di unico partner stabile degli Usa ed essere rifornita di milioni di dollari e di armi: è la “strategia della tensione” che ci è sempre stata spacciata con una formula assurda, ingiustificata e anzi, almeno parzialmente, rovesciata: la presunta volontà di tenere i partiti comunisti fuori dal governo, cosa che, al contrario, la Cia ha sempre caldeggiato nel Mediterraneo.
Sono questi potentissimi partneer internazionali, alleati tra loro e in una certa misura rivali tra loro, che puntano prepotentemente in Spagna per una “democratizzazione” che distrugga l’identità e la sovranità spagnola, facendo della nazione iberica una base militare utilizzabile e un crocevia della droga.
Esistono forze di resistenza alla “democratizzazione” per conto dei narcos e del partito atlantico.
Con queste forze i servizi di sicurezza debbono fare i conti.
Di lì a poco, il 23 febbraio del 1981, opereranno per chiamarle allo scoperto mediante il “golpe Tejero” che, prendendo entusiasticamente di sorpresa altri congiurati, finirà con il disarticolare il golpismo. Ma non ci sono solo i militari: ci sono i militanti decisi a non farsi schiavizzare dalle banche e dalle mafie. E costoro sono anche esuberanti e imprevedibili. Nel gennaio del 1977 se n’è avuto un assaggio con la “matanza de Atocha”, l’esecuzione di quadri comunisti da parte di spontaneisti nazionalisti.
La situazione è bollente e può essere tenuta sotto controllo, dagli agenti delle narcodemocrazie imperialiste, soltanto con opportune dosi di provocazioni, atte a sgranare le fila nazionaliste e con operazioni speciali. Di un’operazione speciale di killeraggio è vittima Juan Ignacio che paga la sua autorità indiscussa, la sua capacità organizzativa, la sua combattività e la probabile disponibilità ad azioni guerrigliere che potrebbero infastidire il lungo e soffocante golpe democratico che marcia nel segno dell’eroina e della cocaina.
Su di lui è sceso un tanto opportuno quanto significativo manto di silenzio.
Sta a noi rimuoverlo: te lo dobbiamo Juan Ignacio.
Presente!

1 Filippo Ghira, Dominio incontrollato. L’affaire Moro e l’Italia dei complotti negli anni ’70. Fuoco Edizioni. Roma, 2010.

Video dei funerali:
http://www.youtube.com/watch?v=GalHU2Iqx9k

Nessun commento

Exit mobile version