venerdì 19 Luglio 2024

La borghesia e le fighe riottose

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E’ veramente deprimente dover ogni volta ammettere di rimanere stupefatti dall’incredibile capacità della borghesia internazionale di trovare il modo di intervenire nella politica degli stati da normalizzare. Anche questa volta, il multiforme ingegno del capitale imperialista ha trovato l’esca a cui far abboccare tutti i soliti noti del carrozzone dei difensori dei diritti umani (ONG varie, associazioni umanitarie, partiti “di sinistra”, sindacati, intellettuali radical, ecc..). Questa volta si sono inventati il presunto gruppo musicale punk femminista situazionista colpito dalla repressione del regime putiniano. Giù il cappello di fronte alla genialità.

La vicenda delle fighe riottose può essere analizzata sotto due piani distinti: la vicenda in se, da una parte, e dall’altra come la vicenda viene narrata dai media occidentali. Partiamo dal primo punto. Le pussy riot sono un gruppo (si definiscono collettivo, ma lasciamo perdere) politico anarco-situazionista, e non un gruppo musicale. Nelle loro “performance” ogni tanto suonano pure, ma non è quella la loro attività principale. Dopo aver messo in piedi alcune sceneggiate demenziali a sfondo pornografico, come infilarsi dei polli surgelati nella vagina in un supermercato di fronte agli allibiti clienti, oppure aver organizzato una mega orgia di gruppo in un museo, sono arrivate a mettere in piedi una sorta di rappresentazione musicale punk all’interno della principale chiesa russa, e cioè la cattedrale di Mosca. Queste solo le azioni principali, per non dire di tutte le altre pagliacciate, sempre a sfondo sessuale, praticate negli anni. Fossero state in un normale paese occidentale (l’Italia, ad esempio), sarebbero già scontando diversi anni di galera (pensate per un attimo ad un irruzione violenta a San Pietro con passamontagna in testa gridando cose oscene, come minimo gli davano terrorismo). Fossero state in qualche paese occidentale non troppo avvezzo alle usuali norme democratiche (gli USA, ad esempio) forse gli avrebbero sparato prima di entrarci, in chiesa. In Russia, invece, sono finite sotto processo e sono state condannate a due anni di lavori socialmente utili. Insomma, non stiamo certo difendendo la democraticità della Russia di Putin, ma tutto sommato non riusciamo a vedere dove sia la notizia. Poi possiamo anche dire tutto ciò che ci pare contro la chiesa, la religione e il regime politico anti-democratico di Putin, e avremmo ragione, ma quello che è successo sarebbe accaduto, probabilmente con maggiore incisività, in qualunque altro paese del mondo. E qui veniamo a come questa vicenda viene raccontata dalla comunicazione occidentale.

Secondo tutti i media occidentali, le pussy riot sono vittime di un regime repressivo che addirittura condanna delle giovani ragazze solo perché fanno musica punk. A spiegarci la vicenda è il noto filantropo e progressista Mickhail Khodorkovsky, che a colpi di un’intervista al giorno sui giornali di tutta Europa ci spiega quanto è dura la repressione russa. L’oligarca (quello che nel giro di una notte, grazie all’amicizia con Eltsin, comprò le compagnie petrolifere sovietiche moltiplicando il prezzo del petrolio e non pagando un centesimo di tasse, finito in prigione per nove anni, altro caso di chiara antidemocraticità del regime russo-zarista-putiniano) ci spiega infatti che in Russia non c’è libertà d’espressione, e che la vicenda delle fighe riottose è uguale alla sua, in carcere ovviamente per le sue idee (e non perché deve miliardi di dollari alle casse dello stato).

Lentamente iniziano a venire fuori i contorni oscuri della vicenda. Scopriamo infatti come le pussy riot siano legate a Femen, l’associazione “femminista” legata a Otpor, la nota associazione creata dal miliardario Soros per intervenire nelle politiche dei paesi non allineati, promuovendo proteste che puntano a creare  le condizioni politiche per l’intervento “umanitario” e il regime change. Una volta inteso di cosa stiamo parlando, tutto risulta più semplice, soprattutto tutto rientra nello schema creato ad arte da un ventennio abbondante: presunti movimenti per i diritti civili incorrono nella repressione del paese di turno; i media locali controllati dai capitalisti occidentali pompano la notizia; l’opinione pubblica del paese si mobilita, partono le prime manifestazioni; si mobilita l’industria dell’informazione occidentale; l’opinione pubblica occidentale (di sinistra) si interessa alla vicenda; la politica internazionale, una volta creata la condizione migliore per far passare una qualche forma di intervento, si attiva. E così via.tigue al Parco. «Ottobre è un mese cruciale per l’orso, che in quel periodo si nutre in abbondanza e accumula riserve per l’inverno. Non serve disturbarlo e il tempo perso potrebbe essere recuperato successivamente».

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