giovedì 18 Luglio 2024

La canna del gas

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Dopo attentato e terremoto l’Italia alza le mani e retrocede ancora come volevano i signori del Nabucco

L’Emilia Romagna vince la “sua” battaglia contro il progetto della Ers, che da anni propone di costruire un impianto
di stoccaggio del gas a Rivara, nel modenese. Si tratta di una piccola frazione di San Felice sul Panaro, uno degli
epicentri del sisma che in questi giorni sta sconvolgendo l’intera regione.

L’ufficialità è arrivata proprio questa mattina dal ministero dello Sviluppo Economico, che ha comunicato a Erg Rivara
Storage che «l’intesa negativa della Regione Emilia-Romagna costituisce motivo ostativo all’accoglimento dell’istanza».

Quella contro l’impianto di Rivara è una battaglia che parte da lontano. Una lunga storia italiana, iniziata oltre dieci anni
fa, e non ancora finita. E coinvolge in prima fila enti locali e i comitati di cittadini “No gas” che da anni si battono con
presìdi e manifestazioni contro il progetto, che rappresenta una sorta di “Tav” all’emiliana. In queste zone non è infatti
mai piaciuta l’idea di vivere sopra un serbatoio sotterraneo di gas, per il quale da anni si fanno studi e ricerche per
capire la reale fattibilità del progetto.

Tutto nasce con il dl del 23 maggio 2000 (decreto Letta) che allinea l’Italia ad altri Paesi europei permettendo lo stoccaggio
di gas in unità geologiche profonde. La legge apre le porte a progetti di stoccaggio di gas in formazioni acquifere profonde.
Nel 2002 la Independent Gas Management presenta al governo un’istanza per la concessione di un impianto del genere a
Rivara. Dopo un lungo tira e molla sugli studi di impatto ambientale e le concessioni di stoccaggio, si arriva al 2007, quando sia la Regione Emilia Romagna che il ministero dell’Ambiente bocciano il progetto soprattutto per carenze documentali da parte della società.

L’anno dopo, con l’ingresso di Erg, nasce la Ers (Erg Rivara Storage) costituita per l’85% dalla Independent Gas Management e
per il 15% dalla Erg Power & Gas. Il suo scopo è quello di realizzare il deposito sotterraneo per lo stoccaggio di gas naturale a
Rivara. La società presenta più volte le documentazioni richieste, ma non basta. Nel 2010 la Regione Emilia Romagna, con la risoluzione 184, impegna la giunta regionale a non rilasciare alla Ers titoli di concessione mineraria per l’impianto di stoccaggio. 
E infine con la delibera, approvata il mese scorso, Vasco Errani mette la parola fine al progetto.

Ora arriva anche il “no” del ministero. «Senza il nostro consenso — sottolinea l’assessore emiliano alle Attività produttive, Gian
Carlo Muzzarelli — non si può fare nessuna attività su quel territorio». Come dimostrato negli scorsi giorni, ricorda l’esponente
della giunta di Vasco Errani, quel consenso «è stato giusto non concederlo, perché la zona, come avevamo scritto in tempi non sospetti, è sismicamente attiva e densamente abitata».

A mettere in dubbio il progetto questa mattina era stato anche lo stesso ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ospite a Uno mattina aveva ammesso di avere «personalmente molti dubbi. Non voglio influenzare le valutazioni tecniche, ma è ovvio che quello
che è successo crea un contesto diverso rispetto al precedente. L’evento sismico ha cambiato i termini di riferimento».

I tre comitati che si battono contro l’idea del progetto a Rivara, anche mercoledì scorso, a 24 ore dalla forte scossa che ha sconvolto
la zona, hanno protestato di fronte al ministro Annamaria Cancellieri durante la sua visita nelle zone colpite. Nelle stesse ore, come raccontato da Repubblica, tra gli sfollati si era diffusa l’idea che ci fosse una relazione tra presunte prospezioni nel sottosuolo e scosse (ipotesi smentita dalla società con un comunicato). E ora il terremoto, complice anche la paura, sembra aver scongiurato definitivamente la nascita del deposito di gas.

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