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I tagli ai ministeri: ma qualcuno è salutare


I tagli di spesa ai ministeri sono spalmati su una novantina di voci che arrivano a colpire i settori più svariati. Nell’elenco si va dal prosciugamento degli spiccioli (appena 11 mila euro) sforbiciati ai fondi destinati all’accoglienza degli immigrati a interventi certosini come i 5 milioni sottratti al turismo (voce 031 del bilancio del ministero dell’Economia) fino all’uso dei carri armati per spianare un capitolo come quello del ”riequilibrio territoriale” (insomma gli aiuti al Sud) al quale vengono sfilati ben 897 milioni per il solo 2011.
Il totale dei risparmi suddivisi per i 13 ministeri con portafoglio è di quasi 2 miliardi e mezzo (2.443 milioni per l’esattezza) per l’anno prossimo e di analoghe cifre per il 2012 e il 2013.
Il contributo più alto lo fornisce il ministero per lo Sviluppo che, stando i maligni anche a causa dell’assenza dell’ex titolare Claudio Scajola azzoppato dalle inchieste giudiziarie sull’acquisto della sua casa, perde 963 milioni per il 2011 ai quali si aggiungono 561 miloioni del 2012 e 1.042 milioni del 2013. Oltre ai fondi per il Sud saltano una trentina di milioni di aiuti alle imprese e al commercio internazionale. Stop anche a 5 milioni per la ricerca e l’innovazione.
Pesanti anche i tagli del ministero dell’Economia che lascia sul terreno oltre 231 milioni per i trasporti e la mobilità. La scure si abbatte con una certa pesantezza anche sul ”soccorso civile” (- 20 milioni), alcune leggi per l’aumento della competitività (-65 milioni), gli aiuti ai giovani e allo sport (-26 milioni) e su voci minori come le comunicazioni (-3 milioni). Fra i tagli del ministero dell’Economia spiccano i 40 milioni (per ognuno dei tre anni) agli organi di rilevanza costituzionale e alla Presidenza del Consiglio. In questo caso evidentemente i tecnici del ministero dell’Economia hanno quantificato quello che Quirinale, Camera e Senato si apprestano ad annunciare autonomamente sui tagli alle proprie spese visto che la Costituzione riserva loro piena autonomia di bilancio.
Pieni di spine anche i capitoli dedicati alla Giustizia, che perde 47 milioni, e agli Esteri che lasciano sul terreno 42 milioni destinati a finanziare iniziative italiane in Europa e nel mondo.
Saltano oltre 100 milioni per l’Istruzione di cui 55 per le scuole e 24 per l’Università. Non va meglio al ministero dell’Interno che contribuisce alla manovra con quasi 119 milioni di cui 65 sottratti al capitolo “ordine pubblico e sicurezza”, 19 al Soccorso civile e 18 all’immigrazione.
Non va meglio alla Difesa che perde 255 milioni che però non sono ancora stati “individuati” ad eccezione dei 64 milioni tagliati alle politiche di ”sicurezza del territorio” (voce 005 del bilancio del ministero).
Sul fronte delle Infrastrutture la riduzione della spesa colpisce il ”diritto alla mobilità” con quasi 11 milioni di tagli; le strutture pubbliche e la logistica con 18 milioni in meno e i fondi per la casa (- 11 milioni) poi ci sono voci minori ancora da individuare che fanno salire il totale della sforbiciata a 56 milioni.
Uno dei ministeri più colpiti, infine, è quello dei Beni Culturali che perde 58 milioni, quasi 50 dei quali da un capitolo di spesa importante: la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.

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