giovedì 18 Luglio 2024

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Prosegue l’inchiesta sulle asl che con le piccanti rivelazioni delle ninfette berlusconiane e ra cercato di nascondere

Racconta delle pressioni politiche, ricevute durante il suo mandato. Lea Cosentino, rimossa dall’incarico di direttore generale dell’Asl dopo aver ricevuto un avviso di garanzia, ha offerto al pm Desirèe Digeronimo nuovi spunti e riscontri alle ipotesi investigative sull’esistenza di un “comitato d’affari” che avrebbe pilotato appalti e nomine nel mondo della sanità pugliese. “Lady Asl” con il magistrato ha parlato per cinque ore dopo aver chiesto di essere ascoltata.
L’inchiesta è quella che il 6 febbraio ha portato alle dimissioni dell’ex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco. La posizione di “Lady Asl” è marginale, tanto che si avvierebbe verso l’archiviazione. Ha infatti chiarito il suo ruolo e sembrerebbe anche allontanato una serie di sospetti. È andato anche oltre. La Cosentino, alla quale venerdì è stato notificato un avviso di garanzia nell’ambito di un’altra inchiesta, quella del pm Giuseppe Scelsi, ha parlato di pressioni politiche, delle quali in molti erano a conoscenza. E ha aggiunto che anche il presidente della Regione Nichi Vendola non poteva non sapere.
Ma sono i particolari a rendere il contenuto dell’interrogatorio importante, fondamentale per l’inchiesta. Lea Cosentino (difesa dall’avvocato Francesca Conte) ha citato gli appalti al centro del fascicolo. Accennato alle nomine dei primari, ma soprattutto raccontato del rapporto tra i fornitori delle Asl e il mondo della politica. Dichiarazioni non generiche, ma puntuali che il magistrato e i carabinieri del reparto operativo stanno incrociando con i dati delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Ad ogni affermazione del manager corrisponde un’ipotesi già formulata dalla Procura che lavora all’indagine da più di un anno.

L’inchiesta, al momento, conta quindici indagati tra manager delle Asl e imprenditori, accusati di aver pilotato gli appalti e di aver costituito “un’organizzazione criminale nella pubblica amministrazione”. Lunedì, davanti al pm Digeronimo, comparirà il governatore Nichi Vendola che sarà ascoltato come persona informata sui fatti: spiegherà il contenuto di un’indagine interna avviata dalla Regione sul caso sanità. Intanto il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, commentando le dichiarazioni dell’imprenditore Enrico Intini (accusato di turbativa d’asta), chiarisce: “Intini dimostra di aver la memoria molto corta. Nel maggio del 2007, infatti, fui presentato al signor Intini dal professor Francesco Boccia, allora capo dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali, sotto il governo Prodi. In ogni caso mai abbiamo dato un appalto né a Intini né a Tarantini”. Boccia puntualizza: “Presentare gli imprenditori che si rivolgevano alla Presidenza del consiglio a Bertolaso faceva parte del mio lavoro”.

 

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