giovedì 21 Novembre 2024

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In Italia, le giovani donne con una laurea guadagnano in media il 58% del salario dei loro coetanei maschi: è il più grande divario retributivo di genere nell’area Ocse. E le giovani con un titolo di studio di scuola secondaria superiore o istruzione post-secondaria non terziaria guadagnano l’85% dei loro coetanei maschi. E’ quanto emerge dal Rapporto Ocse Education at a Glance 2024 dal quale si rileva anche che il nostro Paese spende il 4% del suo prodotto interno lordo per l’istruzione contro una media Ocse pari al 4,9%.

Per le donne risultati scolastici migliori Secondo quasi tutti i parametri disponibili, le ragazze e le donne ottengono risultati scolastici migliori rispetto ai maschi e, in molti casi, il divario si sta ampliando. Ma, sebbene le donne superino i ragazzi e gli uomini nell’istruzione, il quadro è invertito quando entrano nel mercato del lavoro.

I dati Le donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni hanno meno probabilità di essere occupate rispetto agli uomini; il divario è generalmente più ampio per coloro che hanno un livello di istruzione inferiore a quello secondario superiore, più ristretto per coloro che hanno conseguito un titolo terziario. In Italia solo il 36% delle giovani donne che ha un titolo di studio conseguito al di sotto del livello di istruzione secondaria superiore viene occupato, mentre la quota corrispondente per i giovani è del 72% (le corrispondenti medie Ocse sono del 47% e del 72%).

Neet e livello di istruzione in Italia Luci e ombre anche sui Neet, i giovani che non studiano e non lavorano, e i livelli di istruzione nel nostro Paese: la quota media dei giovani tra i 20 ei 24 anni che non hanno un lavoro, né frequentano un corso di istruzione formazione è diminuita dal 32% al 21% tra il 2016 e il 2023. Tuttavia, soprattutto nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni, è ben il 31% delle donne che non studia e non lavora, contro il 20% degli uomini. Inoltre, la percentuale di giovani tra i 25 e i 34 anni senza titolo di studio superiore nel nostro Paese è diminuita di 6 punti percentuali dal 2016 e ha raggiunto il 20% nel 2023, ma rimane comunque al di sopra dell’Ocse (media del 14%).

L’istruzione dei genitori, poi, ha un forte impatto sul rendimento scolastico dei figli: in Italia il 69% di chi ha più di 25 anni e che ha almeno un genitore con la laurea, ha conseguito la laurea (o un titolo equivalente) mentre il 37% degli adulti i cui genitori non hanno raggiunto titolo di studi superiori, non sono riusciti neppure a concludere le scuole superiori e a ottenere la maturità. Solo il 10% dei ragazzi con genitori senza un titolo di scuola superiore ha conseguito una laurea.

Il 4% del Pil per l’istruzione L’Italia spende per l’istruzione il 4% del Pil contro la media Ocse che sfiora il 5%. Nel nostro Paese l’età media dei docenti si conferma più alta che negli altri e anche se la quota di professori cinquantenni è leggermente diminuita negli ultimi anni, resta del 53%, la media Ocse è del 37%. Quanto agli stipendi, sono cresciuti in termini nominali dell’8% per gli insegnanti con 15 anni di carriera, ma l’inflazione ha ridotto notevolmente il valore reale.

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